CUNEO - Coppie omogenitoriali, passa la mozione a Cuneo. Ma la maggioranza si spacca in tre

Sì alle trascrizioni dei bambini nati all’estero, ma senza inviti alla disobbedienza. Critiche da FdI e parte dei centristi: “Si apre la strada all’utero in affitto”

Andrea Cascioli 28/04/2023 11:33

Alla fine la mozione sulla registrazione anagrafica delle famiglie omogenitoriali passa con ampia maggioranza: 19 favorevoli su 29 votanti. L’altra notizia, però, è che al momento del voto il centrosinistra cuneese si divide in tre, tra favorevoli, contrari e astenuti. Il quadro più frastagliato è all’interno del gruppo Centro per Cuneo, dove si registrano tutte e tre le posizioni.
 
A presentare il testo è un’inedita “coalizione Schlein”, composta da Partito Democratico, Cuneo per i Beni Comuni e Cuneo Mia. Si chiede al parlamento di modificare la normativa “per porre fine alle discriminazioni in essere che determinano una grave violazione dei diritti preminenti del minore”, dando seguito “al monito espresso dalla Corte costituzionale” e riconoscendo “l’eguaglianza e la pari dignità di tutte le famiglie”. Un intervento nel braccio di ferro tra il governo - che ha imposto lo stop alla trascrizione automatica dei certificati anagrafici stranieri - e i comuni che ignorano il divieto. In mezzo una sentenza della Corte di Cassazione, pronunciata dalle Sezioni Unite il 30 dicembre scorso, che annullava il verdetto con cui la Corte d’appello di Venezia aveva imposto al Comune di Verona di riconoscere l’esistenza di due padri per un bambino nato in Canada nel 2015, grazie alla donazione di ovuli. La pratica è illegale in Italia, ma i giudici costituzionali, con la sentenza 33 del 2021, hanno ammesso la possibilità di adozione: l’interesse superiore del minore a veder riconosciuto il legame di filiazione anche con il genitore non biologico, secondo la Consulta, deve essere bilanciato con lo scopo legittimo di disincentivare il ricorso alla maternità surrogata.
 
Nell’illustrare la mozione, il capogruppo del Pd Carmelo Noto ha precisato di aver rimodulato la proposta originaria avanzata dai Radicali e da Più Europa: “Non me la sono sentita di invitare il sindaco a compiere un atto attualmente illegale. Ma è innegabile che quanto solleva la mozione è un problema pressante e reale: parliamo di 150mila casi di bambini che al momento vedono negati i diritti che lo stesso Parlamento europeo ha rimarcato”. Nessun invito alla disobbedienza civile, insomma. Il dibattito in assemblea, protrattosi per oltre un’ora e mezza, ha visto intervenire ben sedici consiglieri. Un confronto soprattutto al femminile, perché gli interventi più significativi sono giunti quasi tutti dalle consigliere, sull’uno e sull’altro fronte. A perorare la causa dei riconoscimenti, tra le altre, la dem Claudia Carli: “La Commissione europea vuole garantire che la genitorialità stabilita in uno Stato membro venga garantita in ogni altro Stato. In questo vuoto normativo i diritti sono a macchia di leopardo e sempre più impugnabili: bisogna sostituire all’ideologia la tutela delle bambine e dei bambini in carne e ossa”. Nessuna volontà di aprire alla legalizzazione dell’utero in affitto, il mantra del fronte “arcobaleno”: “Il riconoscimento della filiazione europea non impegnerebbe il nostro Paese in situazioni di fatto non ancora previste dalle leggi. Si tratta di garantire ai bambini l’esercizio di una serie di diritti da cui, a differenza di altri, sarebbero esclusi” l’opinione di Stefania D’Ulisse, capogruppo di Cuneo Solidale Democratica.
 
Un secco no alla mozione, interpretata come un via libera alla cosiddetta “gestazione per altri”, da Noemi Mallone di Fratelli d’Italia: “C’è già una normativa che tutela le coppie omogenitoriali, l’iter da seguire è quello delle adozioni”. In merito alla rivendicazione, ha aggiunto la consigliera, “l’interesse da tutelare non sono i capricci degli adulti ma i bisogni dei figli. La maternità surrogata sfrutta il corpo della donna e la sua condizione economica, andando a ledere anche i diritti del nascituro che viene strappato dalla propria madre: è un mercato su ordinazione che deve finire”. D’accordo con lei le colleghe di maggioranza Monica Pellegrino e Flavia Barbano, esponenti di Centro per Cuneo: “La pratica della maternità surrogata - ha argomentato Pellegrino - offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane. La libertà di diventare genitori non può esplicarsi senza alcun limite, ma deve essere bilanciata con altri interessi”. Per Barbano occorre “una seria riforma sulle adozioni”: “Desiderare un figlio non reclama un diritto, ma è diritto di ogni bambino avere una famiglia. Posso essere d’accordo che un figlio sia nel cuore prima che nel corpo di due persone, ma queste due persone devono essere un uomo e una donna: ritengo che la coppia genitoriale sia solo questa”. “La filiazione europea è un ideale condiviso e condivisibile, mi mette in crisi tuttavia l’intreccio con quello che viene prima” ha osservato la centrista Maria Laura Risso, poi astenutasi, mentre nello stesso gruppo ha votato sì Serena Garelli.
 
“Votiamo questa mozione per chiedere al parlamento una legge utile, per non disobbedire, garantire le famiglie e tutelare i minori” la sintesi offerta dalla sindaca Patrizia Manassero: “Ci sono sindaci che stanno disobbedendo ma oggi l’attenzione è alta e quasi puntualmente tutti i provvedimenti vengono annullati, rendendo vana qualsiasi azione”. C’è però “un vuoto normativo”, secondo la prima cittadina: “La sentenza della Cassazione si esprime su un caso concreto e non sulla filosofia della norma, ma dice anche che sulla materia il legislatore è rimasto inerte”.

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