CUNEO - Coronavirus, posticipato di un anno il 90% dei matrimoni: ''Situazione terribile"

"Il divieto di organizzare manifestazioni protratto ad oltranza ha inceppato tutto il settore che rappresenta le eccellenze italiane: dalla moda all'alimentare''

18/05/2020 10:10

 
Il Bonus Piemonte dimentica completamente la filiera del matrimonio che in Piemonte rappresenta 2mila aziende e 15 mila addetti (dati di fonte Guida Sposi).
Ogni anno in Piemonte si celebrano 12.800 matrimoni, con un giro d'affari di oltre 500 milioni di euro. A causa del Coronavirus il 90% dei matrimoni è stato posticipato di un anno per l'impossibilità di organizzare i riti civili e religiosi e i festeggiamenti e questo significa che per questo comparto si potrà parlare di ripresa solo a partire dalla primavera-estate 2021. Una situazione terribile e ampiamente sottovalutata dalle Istituzioni che al di là dell'impatto economico ha anche un importante risvolto sociale.
 
"Il Covid-19 ha letteralmente congelato tutta la filiera del matrimonio", la denuncia è di CNA Federmoda che a nome del suo responsabile torinese e piemontese Vitaliano Alessio Stefanoni e della Presidente Rossella Calabrò spiega: "La lenta riapertura delle attività produttive nulla aggiungerà alla grave crisi in cui è precipitata l'intera filiera produttiva legata alle cerimonie: matrimoni, battesimi, cresime, ricorrenze. Il divieto di organizzare manifestazioni protratto ad oltranza ha inceppato tutto il settore che rappresenta le eccellenze del made in Italy: dal fashion, al food". Qualche esempio: gli orafi che realizzano le fedi nuziali e i regali per i testimoni, le sartorie che preparano gli abiti da sposa su misura e gli abiti per le cerimonie tout court, gli artigiani che realizzano a mano le bomboniere, i wedding planner che organizzano gli eventi, i ristoranti attrezzati per accogliere gli ospiti dei festeggiati, le agenzie viaggio che organizzano i viaggi di nozze, i fotografi matrimonialisti che realizzano i servizi fotografici e i filmati delle cerimonie. 
 
CNA Federmoda si è anche confrontata con l'organizzazione delle principali fiere ed eventi dedicate al matrimonio e alla cerimonia in generale: Idea Sposa, Nozze da Sogno, Guida Sposi, Sposi In. Le aziende espositrici hanno versato anticipi importanti per fiere che non potranno svolgersi con un ulteriore danno sia per l'organizzazione che per le aziende del settore che si vedono sottratta ulteriore liquidità. Senza contare tutte le lavorazioni in corso rimaste ora congelate di abiti da cerimonia per lui e per lei, le fedi nuziali, i regali per i testimoni, le bomboniere.
 
"Per queste imprese il Covid-19 rappresenta una debacle dalla quale sarà difficile rialzarsi. Il rischio concreto è che l'intero fatturato di un anno vada azzerato con riferimento alle cerimonie perchè fino alla primavera del 2021 è difficile immaginare la possibilità di pianificare le cerimonie, senza contare sull'effetto psicologico sui consumatori che provocherà una ulteriore contrazione del mercato nel 2021. Servono pertanto per queste imprese degli aiuti specifici sia a livello regionale che a livello nazionale". 
 
Le imprese di tessile, abbigliamento, maglieria, pellicceria e calzature della provincia di Torino erano 1136 nel primo semestre 2019. In calo rispetto al primo semestre 2018 soprattutto a causa del settore abbigliamento (-10 unità). Tra queste, le sartorie sono ben 624. La maggioranza delle imprese è situata a Torino città: 743 attività, di cui 445 sartorie. Nonostante la leggera diminuzione il settore è cresciuto di poco ma costantemente negli anni: nel 2015 le attività erano 1078. Nel 2018 l’export del comparto è stato di oltre 190 milioni di euro. Certo si tratta di una nicchia rispetto alle 10 mila imprese della moda milanese, ma una nicchia che merita di essere coltivata e accompagnata sui mercati esteri. Nei primi sei mesi del 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018 l’export di tessile, abbigliamento, maglieria, pellicceria della provincia di Torino è cresciuto, raggiungendo il valore di oltre 73 milioni di euro. La destinazione principale dei prodotti è l’Europa con 43 milioni e 829 mila euro. A questi valori si devono aggiungere quelli dell’export delle calzature pari a oltre 27 milioni di euro nel primo semestre 2019, quasi 7 milioni in più rispetto allo scorso anno quando si erano attestati a oltre 20 milioni. Anche in questo caso la destinazione principale dei prodotti è l’Europa con oltre 17 milioni di euro. I principali paesi destinatari sono la Francia e la Germania a cui si aggiunge la Spagna per abbigliamento, maglieria, pellicceria e calzature.
 
La provincia di Torino con 221 imprese del settore gioielli-bigiotteria al 30 giugno 2019 (222 lo scorso anno) è la seconda per numerosità in Piemonte, dopo Alessandria ed il distretto di Valenza ovviamente. Le esportazioni si attestano a poco più di 62 milioni di euro, con un aumento rispettivamente di oltre 4 milioni di euro rispetto al primo semestre 2018. Con riferimento al 2018 l’export torinese si è attestato a 63,6 milioni di euro. Anche il settore gioielli-bigiotteria torinese ha una forte componente artigiana: l’export è in recupero rispetto al 2018 quando si erano verificato un pericoloso calo delle esportazioni verso due dei principali paesi destinatari: Francia e Spagna.
 
I fotografi, altra categoria artigiana eccellente, in Piemonte sono quasi 500 di cui 189 in provincia di Torino. La metà vive prevalentemente di servizi fotografici legati alle cerimonie.
 
 

c.s.

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