CUNEO - Coronavirus, via libera al coprifuoco notturno in Piemonte

Nel pomeriggio la decisione del governatore Cirio: dalle ore 23 alle 5 sarà vietato uscire di casa se non per motivi urgenti o di lavoro fino al 13 novembre

a.c. 23/10/2020 18:16

Via libera al coprifuoco notturno anche in Piemonte. La decisione è stata presa nell'incontro del presidente della Regione Alberto Cirio con le istituzioni e le associazioni di categoria che si è tenuto nel pomeriggio. In serata sarà emanata una nuova ordinanza ministeriale, d’intesa con gli enti locali piemontesi, a seguito della quale anche la nostra regione sarà oggetto del provvedimento che ha già interessato Campania, Lombardia e Lazio.
 
Il coprifuoco dalle ore 23 alle 5 del mattino verrà introdotto a partire da lunedì 26 ottobre. A partire da quella data sarà infatti possibile uscire di casa (con autocertificazione) in quella fascia oraria solo per motivi di salute, somma urgenza, lavoro, rientro al proprio domicilio, dimora o residenza. La misura resterà in vigore fino al 13 novembre.
 
Solo lo scorso mercoledì 21 la Regione aveva escluso la possibilità con una nota ufficiale diramata dall’Adnkronos. L’impennata dei contagi ha fatto ricredere i vertici di piazza Castello in un paio di giorni, al punto che lo stesso Cirio aveva aperto alla possibilità nel corso di un’intervista alla trasmissione di Radio 1 “Un giorno da pecora”.
 
In Piemonte si segnala un incremento di contagi da Covid-19 superiore a quello della Lombardia. Nella giornata di oggi, venerdì 23, sono 2032 i nuovi casi, all’esito di 12.665 tamponi. Cresce anche la pressione sugli ospedali: +5 ricoveri in terapia intensiva (il totale è di 85), +136 negli altri reparti (1362). L’unità di crisi della Regione riporta infine il dato di 9 morti, che porta il totale a 4236 vittime dall'inizio della pandemia. I nuovi guariti sono 107, mentre 1187 pazienti sono considerati “in via di guarigione”. Le persone in isolamento domiciliare sono 15.016.
 
Al di là dei semplici numeri, ad allarmare è il tasso di crescita del contagio che vede un raddoppio dei nuovi casi ogni 5,8 giorni, contro i 6,5 della vicina Lombardia. Nei reparti Covid si registrano 18 intubati per ogni milione di residenti contro i 15,5 delle province oltre Ticino.
 
"D’accordo con i sindaci del territorio, abbiamo cercato di evitarlo intervenendo con misure chirurgiche, ma gli ultimi dati ci costringono a questa decisione", spiega il presidente Alberto Cirio: "Sono misure dolorose, ma condivise , perché l’aumento del contagio degli ultimi giorni impone regole più rigide. Il sistema sanitario regionale piemontese e tutto il personale stanno facendo il massimo. ll potenziamento dei posti letto, delle terapie intensive e dei laboratori ci permette di combattere questa battaglia con maggior forza, ma servono comunque misure di contenimento modulate sull’evolversi dell’epidemia. Per questo lavoriamo ogni giorno con gli altri Presidenti, il Ministero della Salute e i nostri epidemiologi, monitorando ora per ora la situazione, pronti ad assumere, con la prudenza che ci ha contraddistinto fin dall’inizio, ogni decisione si renda necessaria per tutelare la salute pubblica".

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