CUNEO - Cresce la manifattura in Piemonte, a Cuneo +3% in un anno

Bene l'aerospazio e l'alimentare, in calo solo la filiera del legno. Nel Cuneese l'impulso arriva soprattutto dal settore alimentare e bevande

25/11/2025 12:35

Nell’ambito della consueta collaborazione tra Unioncamere Piemonte, Intesa Sanpaolo e UniCredit per il monitoraggio della congiuntura economica piemontese, Unioncamere Piemonte diffonde oggi i dati della 216ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata in collaborazione con gli Uffici Studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nei mesi di ottobre e novembre 2025 con riferimento ai dati del periodo luglio-settembre 2025 e ha coinvolto 1.762 imprese manifatturiere piemontesi, per un numero complessivo di 95.505 addetti e un valore pari a circa 57 miliardi di euro di fatturato. I risultati emersi dall’indagine devono essere inseriti nel contesto generale dell'andamento dell'economia piemontese, che ha mostrato segnali di consolidamento, pur in un quadro di incertezza. Anche nel III trimestre l'economia del Piemonte ha confermato, infatti, la propria capacità di tenuta e resilienza. Secondo la stima previsionale PILNOW del Comitato Torino Finanza, il Prodotto interno lordo regionale è cresciuto dello +0,6% rispetto allo stesso periodo del 2024. Questo risultato posiziona il Piemonte al di sopra delle performance registrata in Italia (+0,4%) e in Germania (+0,3%). Sebbene la dinamica resti inferiore alla media dell'Unione Europea (+1,5%), il dato testimonia la solidità strutturale e l'abilità del sistema produttivo piemontese di mantenere una traiettoria di sviluppo in un contesto globale ancora molto difficile. Complessivamente nel periodo luglio-settembre 2025 la produzione industriale regionale ha segnato un aumento del 2,5% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente: la crescita acquisita per il 2025, quella che si otterrebbe se l’ultimo trimestre dell’anno registrasse una variazione nulla, risulta quindi pari al +0,7%. “I dati del terzo trimestre 2025 confermano la crescita della manifattura piemontese, con la produzione a +2,5% e gli ordinativi esteri in forte espansione - ha commentato Gian Paolo Coscia, Presidente Unioncamere Piemonte -. Tuttavia, l'indice di fiducia resta sotto i 100 punti, segnalando la persistenza di timori per il futuro a breve termine. Per superare queste incertezze, è fondamentale lavorare su un piano integrato che potenzi le infrastrutture e assicuri incentivi fiscali mirati. Le nostre imprese devono accelerare gli investimenti in tecnologie 4.0 e 5.0 per ottimizzare la produzione sul territorio. Solo con politiche integrate e un sostegno costante alla liquidità e all'innovazione potremo sostenere una piena competitività". Paola Garibotti, Regional Manager Nord Ovest di UniCredit, ha dichiarato: «Accogliamo con entusiasmo i segnali positivi provenienti dai dati congiunturali del Piemonte e confermiamo con forza il nostro impegno a essere parte attiva del sistema economico del Nord Ovest. Vogliamo accompagnare le imprese – in particolare le PMI – verso traguardi ambiziosi e imprescindibili, come la trasformazione digitale, la transizione verso una produzione sostenibile e l’apertura a nuovi mercati. Il nostro supporto si traduce in credito, strumenti finanziari e consulenza strategica, perché crediamo che innovazione e sostenibilità siano leve fondamentali per la competitività. In UniCredit, i finanziamenti ESG rappresentano il 16% del totale e le emissioni obbligazionarie sostenibili il 14%, a conferma della nostra volontà di guidare il cambiamento e creare valore per il territorio”.  Stefano Cappellari, Direttore regionale Piemonte Nord, Valle d’Aosta e Sardegna, Banca dei Territori Intesa Sanpaolo, commenta: “In uno scenario internazionale tuttora complesso, le imprese piemontesi stanno mostrando una buona capacità di adattamento e di investimento. Dimensione, qualità, innovazione sono le tre le leve fondamentali su cui continuare a crescere per competere nel lungo periodo. La qualità, in particolare, è un fattore premiante delle produzioni locali sia perché le rende non sostituibili, sia perché può mitigare gli effetti dei dazi americani. Intesa Sanpaolo sostiene questo percorso attraverso linee di credito mirate e servizi di advisory: nei primi nove mesi del 2025 abbiamo erogato alle imprese del Piemonte 1,5 miliardi di euro a medio lungo termine, con una tendenza in crescita rispetto al 2024, mentre i progetti con finalità ESG e circular economy, dal lancio delle specifiche linee di finanziamento, hanno beneficiato di oltre 1 miliardo di euro. Nel nostro territorio il 2025 si sta rivelando un anno favorevole per il consolidamento settoriale, specie nei comparti ad alto contenuto tecnologico, agroalimentare e meccanica avanzata. Il nostro ruolo è accompagnare la crescita dimensionale anche attraverso finanza strutturata e straordinaria, IPO e M&A, strumenti un tempo riservati solo ai grandi gruppi industriali”. I segnali positivi registrati dall’andamento della produzione industriale del III trimestre 2025 si estendono anche agli altri principali indicatori congiunturali. Nel complesso, il fatturato ha registrato una crescita del 3,0%, ma è la componente estera a fungere da principale motore, con un incremento su base annua del 4,6%, a fronte di una variazione più contenuta (+2,0%) sul mercato interno. Allo stesso modo, gli ordinativi totali sono aumentati in modo molto significativo, registrando un +16,8% rispetto al III trimestre del 2024. Questo balzo è attribuibile quasi interamente alle dinamiche registrate al di fuori dei confini nazionali, dove gli ordinativi hanno toccato il +42,8%, mentre la crescita sul mercato domestico è risultata più modesta (+1,6%). A riprova dell'aumento dell'attività, anche il grado di utilizzo degli impianti è salito, attestandosi al 62,9%, circa un punto in più rispetto al 62,0% registrato nel periodo luglio-settembre 2024. L’aumento dei livelli produttivi registrato per il III trimestre 2025 ha riguardato la quasi totalità dei comparti manifatturieri. Il risultato migliore è stato quello messo a segno dai mezzi di trasporto, che hanno registrato un aumento tendenziale del 6,2%, sostenuto però esclusivamente dalla buona performance dell’aerospazio, a fronte delle contrazioni scontate dai settori della fabbricazione di autoveicoli e della componentistica. È proseguita anche nel III trimestre del 2025 la serie di risultati positivi delle industrie alimentari e delle bevande, che hanno visto il proprio output crescere del 5,0% rispetto all’analogo periodo del 2024. Superiori alla media regionale appaiono, inoltre, le progressioni registrate nei livelli produttivi delle industrie chimiche e plastiche (+3,1%). Positivi, ma inferiori alla media complessiva si presentano i risultati della filiera tessile (+1,7%) e della meccanica (+1,4%). Orientati alla sostanziale stabilità risultano invece i livelli produttivi dei metalli (+0,5%) e dell’elettricità ed elettronica (-0,4%). Unico comparto con il segno meno è quello del legno e del mobile, che ha scontato una seppur debole flessione della produzione industriale su base annua dello 0,7%. L’incremento medio del 2,5% della produzione industriale riflette dinamiche positive registrate da tutte le classi dimensionali. Il risultato migliore spetta alle grandi imprese (oltre 250 addetti), che mettono a segno un incremento del 6,7% rispetto al III trimestre del 2024. Buona è anche la dinamica realizzata dalle piccole realtà (10-49 addetti), che registrano un incremento medio della produzione industriale del 2,4%. Di intensità inferiore alla media appaiono, invece, le variazioni dei livelli produttivi delle micro - fino a 9 addetti (+1,2%) e medie - 50-249 addetti - (+0,8%) imprese. Tutte le province piemontesi hanno manifestato un aumento o una tenuta dei rispettivi livelli produttivi, ma solo per quattro territori su otto la crescita è risultata superiore al punto percentuale. La provincia di Torino ha registrato la performance migliore, mettendo a segno un incremento della produzione industriale del 3,6% rispetto al III trimestre del 2024, sostenuto soprattutto dalle industrie alimentari e dei mezzi di trasporto. Segue Novara, che nel periodo luglio-settembre 2025 ha registrato una progressione media del 3,1%, frutto in primo luogo delle tendenze espansive delle industrie chimiche e tessili. Il comparto manifatturiero della provincia di Cuneo ha sperimentato una crescita su base annua dello 3,0%, sostenuta specialmente dall’espansione dell’industria alimentare e delle bevande; di poco inferiore rispetto all’incremento realizzato dalla Provincia Granda è risultato anche l’aumento messo a segno da Asti (+2,7%) grazie, anche qui, all’ottima performance evidenziata dalla produzione di bevande. Vercelli si è attestata poco al di sotto del punto percentuale (+0,9%) mentre Il Verbano C.O. ha chiuso il III trimestre del 2025 con una variazione media della produzione industriale dello 0,5% rispetto all’analogo periodo del 2024, sintetizzando dinamiche settoriali eterogenee. Chiudono la graduatoria delle province piemontesi Alessandria (+0,2%) e Biella (+0,1%), che hanno registrato nel complesso livelli produttivi in linea rispetto a quelli del III trimestre del 2024. Permangono le preoccupazioni relative al futuro di breve periodo. L'indice sintetico che misura il clima di fiducia delle imprese piemontesi ha mostrato un netto miglioramento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, passando da 81,1 a 91,8 punti. Tuttavia, il valore si mantiene sotto il 100, soglia che indicherebbe il prevalere degli ottimisti sui pessimisti. Le strategie adottate per mitigare gli effetti dei dazi statunitensi Il focus tematico dell’indagine congiunturale del III trimestre 2025 ha puntato l’attenzione sulle strategie messe in campo dalle imprese manifatturiere piemontesi in risposta ai dazi imposti dal governo statunitense, sia in termini di diversificazione dei mercati di destinazione delle merci, sia sotto il profilo della strategia di investimento, localizzazione e mix produttivo. Il 10% delle imprese manifatturiere piemontesi esporta, direttamente o indirettamente, i propri prodotti negli USA. Solo il 10% delle aziende sta attivamente indirizzando le esportazioni verso nuovi mercati, il 17% ha in previsione di farlo, mentre oltre 7 aziende su 10 non intendono modificare la propria strategia sui mercati esteri. Il dettaglio per settore restituisce una chiara visione delle diverse capacità di adattamento ai dazi imposti dal governo statunitense: la quota di chi ha già diversificato o considera di farlo è massima tra le industrie alimentari (48%), minima nel settore dei mezzi di trasporto (4%). Le imprese manifatturiere stanno affrontando l'aumento dei costi conseguente all’introduzione dei dazi principalmente attraverso misure finanziarie dirette, ripartendo l'onere sia sui propri margini sia sul cliente finale. La strategia prevalente è proprio la riduzione dei margini di profitto, perseguita dal 37% delle realtà, seguita a ruota dall'aumento dei prezzi di vendita al cliente statunitense (31%). Le soluzioni di adattamento strutturale a lungo termine, come la riorganizzazione della catena di fornitura (19%) e gli investimenti in efficienza produttiva (13%), pur essendo strategiche, rappresentano una quota minoritaria delle azioni di risposta messe in atto. L’analisi delle strategie di investimento e localizzazione produttiva segnala come solo il 2% delle realtà manifatturiere stia valutando di delocalizzare parte della produzione negli USA o in stati non soggetti a dazi; 5 imprese su 100 stanno, invece, accelerando sul fronte degli investimenti in tecnologie 4.0/5.0 per ottimizzare la produzione sul territorio italiano. Il 95% delle imprese manifatturiere piemontesi ritiene, infine, utile il supporto delle istituzioni: tra gli interventi prioritari figurano la rinegoziazione dei dazi oltre agli incentivi fiscali e ai finanziamenti agevolati.

c.s.