CUNEO - Cuneo, botta e risposta sul bilancio: “Non un euro in meno per il sociale”. “Ma aumentate l’Imu”

Il Pnrr aiuta il Comune a far “quadrare i conti”. Dubbi da maggioranza e opposizione sui bagni pubblici: costano 70mila euro all’anno e ne rendono solo mille

Andrea Cascioli 27/12/2023 17:30

Fine anno è tempo di bilanci e anche il Comune di Cuneo si è trovato a fare il suo, nell’ultima seduta del Consiglio comunale. Rispetto ai “buoni propositi”, prevalgono le incertezze dettate dal quadro generale. L’assessore competente Valter Fantino non le nasconde: “Per la spesa corrente è stato un periodo difficile, non solo a Cuneo. Su alcuni contesti non abbiamo chiarezza riguardo al futuro: se ritornerà qualche forma di patto di stabilità, quale sarà il taglio sui comuni e l’eventuale compensazione”.
 
“Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”, per dirla col poeta: e siamo anche in tema. Tutto ciò premesso, l’amministrazione può comunque vantarsi di essere riuscita a “far quadrare i conti” nonostante la difficile contingenza, anche grazie all’aiuto del Pnrr: “Gli investimenti Pnrr - osserva Fantino - sono motivo di orgoglio perché ci daranno scuole e palestre nuove e alloggi recuperati per il sociale, più una biblioteca ultramoderna”. Di suo il Comune ha aggiunto solo un ritocco all’Imu, ritenuto necessario dagli uffici: l’incremento dello 0,1% riguarderà due tipologie, gli immobili concessi in locazione a titolo di abitazione principale e le aree fabbricabili. In questo secondo caso si torna all’aliquota vigente nel periodo ante-Covid, mentre per gli immobili in locazione si tratta - precisa l’assessore - di “una contenuta revisione che, con le agevolazioni concesse sulle tariffe sia dal Comune che dallo Stato, per l’utente significa passare da 5,25 a 6 x 1000”. Rispetto all’anno precedente, si recupereranno sulle aliquote 296.500 euro.
 
L’aumento incassa comunque la contrarietà delle opposizioni: “Aspettiamo la revisione del piano regolatore da più di cinque anni, dovrebbe stralciare quasi il 50% delle aree di espansione previste. - fa notare Valter Bongiovanni della Lega - I proprietari stanno pagando l’Imu su terreni che non saranno mai più edificabili”. “Registriamo che un aumento c’è” commenta Beppe Lauria (Indipendenza!): “C’è difficoltà a fare i bilanci, da un lato - quello del governo nazionale - perché si spendono soldi per comprare armi da mandare in Ucraina, dall’altro - quello del comune - perché non siete neanche in grado di prendere i soldi da chi vi deve pagare”. Un “siluro” sul caso Tettoia Vinaj, dove il credito non riscosso si avvia a toccare il milione di euro. Anche Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia) stigmatizza la scelta: “C’era la possibilità di recuperare in altre sedi le risorse che per incapacità politica e amministrativa non sono state recuperate”.
 
Poi c’è il capitolo relativo ai servizi a domanda individuale: nel 2024 rimarranno gli stessi, ovvero bagni pubblici, asilo nido, attività per la terza età, impianti spotivi, mense, mercati, pesa pubblica, teatro Toselli, cinema Monviso, musei, mostre, sale comunali. La disciplina fiscale imposta agli enti locali richiede un recupero di almeno il 36% sui costi, qualora la posizione finanziaria sia precaria. Non è il caso di Cuneo, dove il tasso di copertura previsto per l’anno prossimo arriva al 50,24%. Con profonde differenze, precisa Fantino: ci sono servizi dove il recupero è molto significativo e altri “dove siamo a percentuali davvero minime, ma alcuni di questi servizi ha senso tenerli a disposizione”. Il caso più eclatante è quello che riguarda i bagni pubblici: a fronte di una spesa di 71mila euro all’anno per la loro manutenzione, ne rientrano appena un migliaio. “Qualche mese fa eravamo d’accordo che avremmo trovato le risorse e ora siamo ancora qui, prendiamo atto del fatto che i bagni pubblici costino un sacco di soldi e facciano schifo” protesta Lauria. “Con 70mila euro forse si potrebbe arrivare a una ristrutturazione” concordano Erio Ambrosino del Partito Democratico e Nino Pittari del gruppo misto di maggioranza.
 
 
Salva la spesa per il sociale. L’opposizione: “Maggioranza in crisi di idee”
 
Dai banchi della maggioranza arriva soprattutto una rivendicazione, sintetizzata da Stefania D’Ulisse (Cuneo Solidale Democratica): “Si è fatta una precisa scelta politica, quella di non togliere un euro al sociale”. Invariati dunque i servizi al cittadino che sono pari al 26% della spesa totale: “Questo perché nelle nostre scelte politiche la persona è al centro, dall’infanzia all’età adulta”. La consigliera menziona tra l’altro il mantenimento dell’offerta territoriale degli asili nido, il Meet, l’accoglienza integrata, il progetto di autonomia abitativa per disabili intellettivi nell’ex casa del fascio femminile, il communal living. Sara Manassero (Partito Democratico) ricorda da par suo che “importanti risorse sono impegnate in molte iniziative in tema di politica ambientale, in particolare attraverso il lavoro del settore servizi ambientali, parco fluviale e mobilità”.
 
Maria Laura Risso (Centro per Cuneo) ricorda quanto è stato fatto per collegare tutti i plessi scolastici alla fibra e per “unificare” i contratti telefonici: “Il risparmio annuale sarà tra i 50 e i 70mila euro: un piccolo tesoretto gestito dall’amministrazione per altre necessità e progetti, che speriamo siano legati alla scuola”. Altri interventi sull’efficientamento energetico hanno permesso di sostituire più dell’80% dei corpi illuminanti in strada con lampade a LED. Infine, la costituzione della prima comunità energetica rinnovabile del Comune che partirà con il fotovoltaico sulla scuola di Madonna dell’Olmo: “Le famiglie potranno decidere di unirsi al CER sia come consumatori che come produttori”. Sul tema dell’energia, un accenno al recente intervento nell’impianto del nuoto: “Coprire il tetto della piscina è stato un percorso faticosissimo, ma siamo arrivati a concluderlo”.
 
Lauria puntualizza, a questo riguardo, che i pannelli sulla piscina sarebbero dovuti arrivare già all’epoca della costruzione: non si fecero perché la ditta appaltante era fallita. “Molto di quanto è emerso - fa notare ancora l’esponente della destra sociale - fa riferimento al Pnrr: se non ci fosse stato, quale sarebbe stata la vostra progettualità? Credo pochissima o nessuna”. Anche Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) è critico: “Avevamo chiesto di concentrare le assunzioni su alcuni settori: operatori di strada specie in alcuni quartieri, asili nido per dare spazio alle donne sul lavoro, progettazione pubblica. Preoccupa grandemente un’impostazione che sottovaluta l’importanza dei ruoli dirigenziali e il sovraccarico sugli uffici”. “Prendiamo atto che non si è tolto un euro al sociale, ma lo consideriamo il minimo” fa sapere Claudio Bongiovanni: “L’obiettivo di un’amministrazione di centrosinistra dovrebbe essere quello di aumentare le risorse destinate al sociale, in questo periodo in cui ce n’è sempre più bisogno”. Ancora più tranchant il parere di Giancarlo Boselli (Indipendenti): “Questo bilancio mette in luce la tensione finanziaria ormai molto forte, che probabilmente metterà in crisi gli equilibri raggiunti quest’anno se non verranno prese contromisure. Rappresenta il bilancio di una maggioranza in declino sul piano delle idee”.

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