CUNEO - Cuneo, c’è un clochard nell’area pedonale di via Cavallotti: polemiche tra i consiglieri

Dai residenti sarebbero giunte segnalazioni di molestie verbali. L’assessore Manassero: “Non vuole aiuto. Le politiche sociali non sono coercitive”

Andrea Cascioli 01/12/2021 13:26

 
Chi si trova a passare nell’isolato fra via Cavallotti, via Carlo Emanuele III e via XX Settembre a Cuneo lo avrà visto almeno una volta negli ultimi mesi. Si tratta di un senza fissa dimora, che ha eletto a suo ricovero per la notte le panchine dell’area pedonale adiacente a corso Nizza.
 
Un contrasto stridente, quello tra le vetrine di una delle zone commerciali più frequentate della città e i poveri fagotti in cui l’uomo ha raccolto tutta la sua vita. Parrebbe trattarsi della stessa persona, un 28enne del Burkina Faso, già allontanato lo scorso anno dall’ex Pajo Vejo del viale Angeli dove si era installato abusivamente. Anche il solitario bivacco in via Cavallotti, perdurante già dall’estate, ha allarmato alcuni residenti, tanto che qualcuno starebbe pensando a una petizione per chiedere lo sgombero. Il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Alberto Coggiola si è fatto carico delle preoccupazioni, con un’interpellanza discussa nell’ultima seduta dell’assemblea civica: “Qualche leggera molestia c’è stata e i residenti hanno più volte chiesto interventi, risulterebbe però che i vigili urbani abbiano risposto di non sapere cosa fare”. All’amministrazione il consigliere ha chiesto perciò di intervenire con azioni mirate sia per porre fine al bivacco, sia per trovare una sistemazione decorosa al senzatetto ora che i rigori invernali si fanno sentire.
 
“Non è l’unica situazione del genere. Anche all’ingresso principale della Provincia, lato corso Dante, c’è un signore che dorme in un cartone” ha chiosato il collega di minoranza Beppe Lauria. Per l’ex candidato sindaco “è evidente che questo è il fallimento delle politiche sociali sul territorio. Spendiamo milioni di euro per i progetti di accoglienza a fronte di situazioni come quella che è stata rappresentata”. Dalla consigliera Luciana Toselli (Cuneo per i Beni Comuni) si è appreso che quello portato in discussione da Coggiola “è un caso particolare, per cui ci sono state varie segnalazioni. Un operatore della comunità Papa Giovanni XXIII ha cercato di avvicinarlo, si tratta però di una persona che ha fatto questa scelta e non vuole aiuti. Era stato ospitato una notte in comunità, poi se n’è andato via”.
 
L’assessore alle Politiche sociali Patrizia Manassero ha confermato queste informazioni, ricordando che in città quasi 300 persone sono iscritte all’indirizzo fittizio di “via Roma 2”, dove il comune censisce i senza fissa dimora. Non tutti, precisa la vicesindaco, sono costretti a trovare ripari di fortuna: molti di loro hanno infatti trovato una sistemazione presso dormitori e strutture di accoglienza. Per chi le rifiuta, invece, le possibilità di intervento dell’amministrazione sono pressoché nulle: “Le politiche sociali non sono coercitive. Abbiamo provato ad avvicinare questa persona tramite l’unità di strada che si occupa proprio di fornire assistenza e sistemazione ai senzatetto”.

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