CUNEO - Cuneo città dei writers? Il Comune scommette sulla street art

“I muri possono diventare tele per gli artisti” dice l’assessore Serale. Si guarda all’esempio di piazza Boves: tra i luoghi scelti lo stadio Paschiero e il Movicentro

Andrea Cascioli 09/07/2023 19:00

Fare di Cuneo una città d’arte, nello specifico di street art. È l’obiettivo che si pone il progetto “Muri liberi”, illustrato giovedì scorso in commissione dall’assessore ai Lavori pubblici Luca Serale. Il primo obiettivo è adottare un disciplinare per stabilire cosa si potrà fare in quest’ambito, ma soprattutto dove.
 
A questo scopo, l’amministrazione ha pensato di suddividere gli spazi dedicati alla street art in due categorie: i muri liberi “standard” e i muri liberi “gemma”. I primi saranno sempre accessibili e fruibili per gli artisti della bomboletta, che vi potranno disegnare senza bisogno di chiedere autorizzazioni. Le opere potranno essere sovrascritte senza preavviso, sia da altri graffitari che da parte del Comune. Per i muri gemma, invece, la realizzazione di opere è subordinata a uno snello iter di approvazione, tenuto conto che qui sono previste lavorazioni “in quota” o per cui potrebbero essere richiesti particolari accorgimenti a tutela della sicurezza. Le opere realizzate in questi spazi avranno un carattere più stabile. Al momento l’unico individuato in questa tipologia è il muro di contenimento del Movicentro verso corso Monviso, vicino alla neonata velostazione: qui i writers sono già al lavoro.
 
“Vogliamo preservare i nostri edifici pubblici e privati” assicura Serale, ricordando che a Cuneo ci sono già diversi murales molto noti e apprezzati nella comunità degli street artists: su tutti piazza Boves, l’“alveare” del quartiere Donatello e il capolavoro realizzato l’anno scorso da Iena Cruz sulla scuola media di Madonna dell’Olmo. Soprattutto nei quartieri di edilizia residenziale più recenti, sottolinea il vicesindaco, “abbiamo una serie di muri liberi in città, situati in crocevia importanti e che potrebbero prestarsi come potenziali ‘tele’ e vere e proprie attrattive turistiche”.
 
Cinque di questi sono già stati individuati: c’è il muro dello stadio Paschiero sul lato della tribuna Matteotti, nell’altipiano. In frazione i muri della palestra Sportarea di Borgo Gesso, il muro divisore tra la scuola elementare e i giardini pubblici a Madonna dell’Olmo, il muro di delimitazione dei campi sportivi su via don Borsotto a Roata Rossi e il muro perimetrale del campetto sportivo a Bombonina. Alla definizione delle linee guida, incominciata dal precedente assessore alle Politiche giovanili Domenico Giraudo, ha collaborato insieme agli uffici comunali la Consulta giovanile, sotto il mandato Gabriele Fronzè e poi dell’attuale presidente Gabriele Farina. “La street art - sostiene il dirigente comunale Ivan Di Giambattista - rappresenta anche una grande occasione di riqualificazione urbana perché genera attenzione e crea identità e senso di appartenenza a luoghi che ne sono privi. La speranza è che venga messa in atto una capacità emulativa, dove anche i privati potrebbero proporre progetti: gli uffici danno la disponibilità a collaborare”. Sono comunque esclusi tutti gli edifici sottoposti a vincoli e tutele, mentre sarà possibile disegnare, oltre che sui muri, su determinati pannelli, purché non si pongano problemi di sicurezza.
 
Tra i consiglieri c’è unanime approvazione per le finalità del progetto, salvo qualche distinguo. Il richiamo a piazza Boves, per esempio, non entusiasma tutti: “Nel salotto della città, probabilmente, il murale avrebbe dovuto avere una sobrietà più adatta al luogo” dice il capogruppo di Crescere Insieme Luca Paschiero, pur ritenendo l’iniziativa “assolutamente lodevole”. All’opposto, Paolo Armellini (Indipendenti) afferma che “in piazza Boves si potrebbe concentrare una ‘piccola Montmartre’ proprio per darle una sua fisionomia”, mentre Franco Civallero (Forza Italia) rimpiange che l’iniziativa Arte in piazza, avviata dai commercianti della zona, non abbia più trovato seguito. L’altro tema di dibattito riguarda il grado di “libertà artistica” su cui gli autori delle opere potranno contare: “Non ha senso invitare artisti solo per coprire ciò che riteniamo brutto e farlo come vogliamo noi. Se limitassimo i temi faremmo un cattivo servizio a questa forma di arte” dice l’indipendente Beppe Lauria. Sul punto interviene Monica Pellegrino (Centro per Cuneo), ricordando che “le opere non potranno essere offensive o rappresentare messaggi discriminatori” o comunque legati ad appartenenze politiche. “Nessuno vuole vincolare gli interventi: lo street artist preferisce chiedere scusa che permesso” risponde l’assessore alla Cultura Cristina Clerico: “Sui muri gemma - aggiunge - si potranno sviluppare meglio le tematiche condivise. Starà a noi trovare il modo di sostenere nuovi progetti, la sensibilità condivisa bipartisan fa ben sperare”.
 
Il capogruppo dei centristi, Vincenzo Pellegrino, ricorda che un censimento delle scritte imbrattanti sul territorio comunale è già stato realizzato proprio da Centro per Cuneo: “Partirei dal coprire quello che c’è di brutto e ne approfitterei per una pulizia dei portici” suggerisce il consigliere. Un’altra proposta arriva da Claudia Carli del Partito Democratico: “A Cavallermaggiore da anni l’amministrazione organizza una manifestazione sulla street art: si potrebbe pensare a un festival di questo genere anche a Cuneo”. L’idea piace all’assessore Serale: “Avremmo molti temi da portare avanti”. Uno, intanto, lo ha già suggerito Armellini come possibile “filo conduttore” per gli artisti: Cuneo e le sue montagne.

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