CUNEO - Cuneo, i privati potranno collegare le telecamere alla rete della Municipale. I Radicali: ''No al Grande Fratello''

Il nuovo regolamento sulla videosorveglianza verso l'approvazione in Consiglio Comunale, ma il segretario Blengino avvia una petizione per chiedere il parere del Garante della Privacy

s.m. 19/09/2020 09:57

Lo scorso 9 settembre l'assessore all'Innovazione del Comune di Cuneo Domenico Giraudo ha presentato in VII Commissione il nuovo regolamento sulla videosorveglianza comunale, che include la possibilità di collegare le videocamere di privati alla rete della Polizia Municipale. A meno di clamorosi colpi di scena martedì prossimo (22 settembre) il Consiglio comunale approverà il testo.
 
Le riprese, come detto, finiranno direttamente nei server della Polizia Locale: il trattamento dei dati sarà a cura del Comune e non dei cittadini che installano le vidocamere, le immagini saranno conservate 7 giorni. 
 
Per essere ammessi alla rete partecipata, i cittadini dovranno installare almeno 4 videocamere, l’abitazione dovrà trovarsi in un punto significativo e strategico per l’ordine pubblico e sarà necessario avere una linea internet adatta per il trasferimento dei dati, inoltre bisognerà dimostrare che l’apparato sarà mantenuto in sicurezza senza rischio di manomissione.
 
La proposta di regolamento ha però trovato l’opposizione dei Radicali Cuneo, che hanno attivato una petizione sul loro sito, per chiedere che prima del voto il Consiglio comunale chieda parere al Garante per la privacy.
 
"Non vogliamo rendere Cuneo il Grande Fratello - afferma Filippo Blengino, segretario di Radicali Cuneo -. I reati sono nettamente in diminuzione nella nostra città, come risulta dai dati ufficiali. Giusto che alcune zone considerate pericolose della città siano videosorvegliate, ma da telecamere pubbliche e del Comune, non di cittadini privati. Ovviamente nel caso in cui la proposta sia approvata dal Consiglio così com'è, faremo ricorso all'Autorità Garante per la privacy".
 
Si legge nel testo della petizione: "Riteniamo che la proposta sollevi dubbi di legittimità, non si ispiri al principio di proporzionalità e non circostanzi i compiti demandati al corpo di Polizia municipale, per cui chiediamo che il Consiglio comunale, prima di procedere con la votazione, richieda un parere di conformità al garante della privacy”.

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