CUNEO - Cuneo sospetta che il suo ospedale possa essere "smantellato" a vantaggio di Verduno

Ieri sera il dibattito in Consiglio comunale. Maggioranza e minoranza a braccetto: "La politica regionale è albacentrica, sembra che delle sorti del capoluogo non interessi più a nessuno"

Samuele Mattio 02/02/2022 14:43

Se fosse un film sarebbe “Il Sospetto” del maestro del brivido Alfred Hitchcock. Le fasi di progettazione del nuovo ospedale di Cuneo e di riprogrammazione della sanità provinciale, che da qualche tempo occupano le prime pagine dei giornali locali, sono contraddistinte da timori e congetture: il Cuneese teme un depauperamento del Santa Croce e Carle in favore dell’Albese, in particolare dell’ospedale di Verduno. A nulla sono valse le continue rassicurazioni del presidente della Regione Alberto Cirio e del suo assessore alla Sanità Luigi Icardi, i quali da mesi vanno ripetendo che quello di Cuneo è e resterà l’ospedale di riferimento della Granda, il cosiddetto “hub”, come dicono quelli bravi. La scorsa settimana lo stesso Icardi ha presentato il piano per la costruzione dei nuovi ospedali di Cuneo e Saluzzo-Savigliano, che richiederanno un investimento complessivo da oltre 500 milioni di euro. Ma ieri sera, martedì 1 febbraio, è arrivata l’ennesima conferma della diffidenza del capoluogo nei confronti della Giunta regionale: la maggioranza del Consiglio comunale di Cuneo ha presentato un ordine del giorno - relatore il consigliere di “Centro per Cuneo” Vincenzo Pellegrino - per ribadire il ruolo del suo ospedale nel contesto provinciale. A spiegare bene quali siano i motivi delle perplessità cuneesi rispetto alla politica regionale è stata la consigliera del Partito Democratico Sara Tomatis: “Il Santa Croce di Cuneo è hub e DEA di secondo livello e tale deve rimanere - ha esordito -, ma nel novembre scorso la Regione ha deliberato una deroga alla normativa, prevedendo la creazione di strutture semplici dipendenti dall’ospedale di riferimento”. 
 
Un’azione che secondo i dem e gli alleati rischia di far fare all’ospedale di Cuneo la fine della rana bollita di Chomsky: “Gli hub necessitano di ingenti finanziamenti per poter erogare con efficacia i loro servizi: replicarli a pochi chilometri di distanza non può che comportare l’impoverimento del territorio sotto diversi punti di vista. Si rischia il depotenziamento di tutte le strutture, specie di quelle d’eccellenza”. Insomma, a giudizio della maggioranza che sostiene Federico Borgna, qui supportata dalle opposizioni, i “doppioni” tra il nosocomio di Cuneo e quello di Verduno, rischiano di rivelarsi dannosi per tutti. Come di recente verificato con la “struttura semplice” di Radioterapia.
 
Simile l’approccio all’argomento di Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni). “Confesso di continuare a essere molto preoccupato, e non solo per il posizionamento dell’ospedale di Cuneo e il suo ruolo hub, ma per l’intero sistema di programmazione sanitaria regionale” ha osservato l’ex primario della Medicina Generale al Santa Croce. “In alcune dichiarazioni recenti - ha aggiunto - l’assessore regionale Icardi si è esposto sul ruolo di hub. Non vorrei rimanessimo vittime della ‘furbizia langarola’ e venissero messi in atto marchingegni atti a superare la programmazione: il rischio è che questi ci tengano buoni con le promesse e poi cerchino di smantellare pian piano l’ospedale. Il pericolo è quello di avere due strutture costosissime, con dispersione di pazienti”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Maria Laura Risso (Centro Per Cuneo) e il dem Gianfranco Demichelis.
 
“Non posso che condividere l’ordine del giorno - ha detto il consigliere di minoranza Beppe Lauria - perché sta accadendo quel che temevo: prima di uscire dalla commissione temporanea speciale per l’ospedale avevo messo in guardia i colleghi sul rischio di svuotamento dell’hub di Cuneo. Serve che il territorio tutto si batta, perché l’ospedale di Cuneo rimanga un fiore all’occhiello”. L’ex assessore provinciale ha poi puntato il dito contro i maggiorenti della Regione: “La politica non è più ‘cuneocentrica’ ma ‘albacentrica’, e il fatto che il governatore e l’assessore alla Sanità (Alberto Cirio e Luigi Icardi, n.d.r.) siano entrambi di quel territorio incide parecchio. Sembra che del capoluogo non interessi più a nessuno”. Sempre dallo stesso Lauria sono stati avanzati dubbi sulle parole di Icardi, che la scorsa settimana aveva raassicurato sulla certezza dei finanziamenti per i nuovi ospedali di Cuneo e Saluzzo-Savigliano: “O ha trovato la fabbrica dei soldi o altrimenti mente sapendo di mentire. Gli investimenti sono straordinariamente grandi, mi piacerebbe ci fosse concretezza”.
 
L’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità con 28 favorevoli su 28 presenti.

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