CUNEO - Cuneo studia Alba per valorizzare la Fiera del Marrone: “I tempi sono maturi per un ente fiera"

La proposta all'inaugurazione dell’evento. I produttori lamentano prezzi troppo bassi, fino a 50 cent al chilo. Coldiretti: “Così non si coprono nemmeno i costi”

Il taglio del nastro della 23esima Fiera del Marrone

Samuele Mattio 14/10/2022 13:07

Un ente fiera che si occupi dell’organizzazione e della promozione della Fiera del Marrone. È la proposta lanciata dal consigliere regionale Paolo Bongioanni all’inaugurazione della 23esima manifestazione dedicata alla castagna, che animerà le strade e le piazze di Cuneo fino a domenica sera.
 
“La Fiera del Marrone ha raggiunto una maturità tale che può permettersi di essere venduta ovunque” ha detto l’esponente della Regione, rivolgendosi alla sindaca di Cuneo Patrizia Manassero: “Se vorrai creare un ente di promozione della castagna, come era nato all’epoca e come c’è ad Alba, ti saremo vicini. Questo evento ha tutte le potenzialità per lavorare dodici mesi all’anno”. Il modello proposto da Bongioanni è l’Ente della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco di Alba, costituito nel 2003 per organizzare e promuovere la manifestazione, giunta quest’anno alla 92esima edizione.
 
La presentazione della Fiera, svoltasi stamane nel Salone d’Onore del Comune di Cuneo, ha visto la partecipazione delle autorità locali. Oltre ai vertici delle forze dell’ordine erano presenti i rappresentanti delle associazioni di categoria, delle Fondazioni di origine bancaria e della politica. "Siamo reduci da un periodo di stop dovuto al Covid - ha esordito la Manassero -. Oggi tornare con una Fiera che esplora tutte le sue potenzialità è emozionante e la presenza di così tante autorità ci incoraggia”.
 
“La castagna e il marrone - ha proseguito la sindaca - sono radicati nella nostra tradizione e rappresentano le radici di questa parte di provincia: raccontano e ricordano una storia e una cultura che parte dall’economia di sussistenza delle nostre montagne, dalla capacità di sopravvivere”. La prima cittadina, come in un noto slogan coniato dal suo predecessore, ha “guardato avanti”: “Oggi siamo arrivati a declinare la castagna, dopo un periodo di criticità dovute all’infestazione, con uno sguardo rivolto al futuro”. “La coltivazione della castagna - ha concluso - ha grande potenzialità economica, ma rappresenta anche un valore importante per il nostro territorio”.
 
Eppure non sono tutte rose e fiori. Nonostante la qualità delle castagne sia buona, i prezzi riconosciuti ai produttori sono estremamente bassi. A sollevare la questione è stato il senatore Giorgio Bergesio, reduce dall’elezione del nuovo presidente di palazzo Madama Ignazio La Russa: “Siamo sotto l’attacco delle produzioni straniere - ha detto -. Dobbiamo dare la capacità di fare reddito ai nostri agricoltori delle zone disagiate e soprattutto potenziare la biodiversità tra i frutti da albero e i frutti del bosco, come i funghi e il tartufo, il che può fare la differenza".
 
Il mercato registra un vero e proprio collasso dei prezzi riconosciuti ai produttori: per gli ibridi eurogiapponesi si è partiti da buone quotazioni, intorno a 3,80 euro al chilo, per poi scendere nelle settimane di fine raccolta sotto l’euro. Per le storiche produzioni locali, invece, le operazioni commerciali già sono iniziate all’insegna di prezzi bassi, variabili in base alle varietà e alla pezzatura, da 1,5 a 0,50 euro al chilo per i produttori.
 
“Quotazioni insostenibili che non coprono neppure i costi di produzione - aveva tuonato nei giorni scorsi Enrico Nada, presidente di Coldiretti Cuneo, anch’egli presente all’inaugurazione dell’evento -, mentre i consumatori vedono crescere i prezzi delle castagne al banco. Ancora una volta a farne le spese è l’agricoltore, costretto a pagare tutte le inefficienze e gli errori di chi sta a valle della filiera. Serve una più equa ripartizione del valore per salvare le aziende castanicole”.
 
Tra le più apprezzate varietà locali sul mercato il Garrone Rosso, tipico dei boschi a sud di Cuneo, da Peveragno a Borgo San Dalmazzo, e la Bracalla della valle Varaita, con frutti di pezzatura medio-grande, dolci e saporiti. Molto ricercati anche il Marrone di Chiusa Pesio e la Garessina della Val Tanaro. Dal 2006 la nostra Provincia vanta il riconoscimento Igp per la “Castagna Cuneo”, produzione che coinvolge oltre 100 comuni cuneesi. Sono oltre 2mila le aziende agricole coinvolte in provincia di Cuneo, con una superficie coltivata a castagneto da frutto di 4mila ettari e una produzione media di 40mila quintali.

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