CUNEO - Cuneo, svelato il progetto dell’edificio che sorgerà al posto dell’ex Policlinico in corso Dante

Dibattito in Commissione urbanistica sul fabbricato da 3300 mq con 28 alloggi che prenderà il posto della fatiscente struttura. Le opposizioni: ‘Un regalo ai privati’

Andrea Cascioli 04/06/2020 20:28

 
C’è un progetto per l’edificio che andrà a sostituire l’ex Policlinico all’angolo tra corso Dante e via Bassignano, chiuso nel 1984 dopo trent’anni di attività e da allora in condizioni di abbandono e degrado.
 
Un ferita aperta per la città di cui si discute fin da quando nel 1998 il Comune di Cuneo, allora retto dalla giunta di centrosinistra di Elio Rostagno, perse contro una società ligure l’asta per l’acquisizione dell’immobile. In seguito l’ex Policlinico è stato ceduto alla Sima Dati sas di Ceva che ha ingaggiato un annoso braccio di ferro con l’amministrazione per ottenere il cambio di destinazione d’uso. Alla fine l’hanno spuntata i privati che grazie alla variante 23, approvata nel marzo 2017 a due mesi dalla scadenza del primo mandato di Federico Borgna, hanno ottenuto la possibilità di costruire in cambio del versamento di extraoneri di urbanizzazione pari alla somma di 533mila euro. Questi extraoneri, ha sottolineato l’assessore all’Urbanistica Luca Serale davanti alla II commissione consiliare, verranno destinati per intero al quartiere Cuneo Centro. Insieme al comitato di quartiere la giunta intende condividere anche il discorso legato ai futuri oneri di urbanizzazione che rappresentano un ulteriore obbligo in capo ai proponenti.
 
In giornata gli uffici comunali hanno protocollato la proposta di piano di recupero: il futuro edificio da 3300 mq avrà per l’80% una destinazione residenziale nell’ambito della quale è prevista la realizzazione di circa 28 alloggi di varia metratura, mentre i rimanenti 660 mq saranno adibiti a uffici. Dal punto di vista architettonico, ha ricordato l’architetto Ivan Di Giambattista illustrando il progetto ai consiglieri, si prevede la totale demolizione del fabbricato esistente e la ricostruzione di un nuovo edificio che dovrà però seguire lo skyline di quelli già esistenti su corso Dante e via Bassignano: in particolare, si richiede che l’impronta angolare del progetto non superi in altezza quella della costruzione antistante all’angolo fra le due strade, che è già stata a sua volta oggetto di un recente rifacimento.
 
Tutti i passaggi amministrativi verranno svolti a livello di giunta ma, sebbene l’attuale struttura non sia individuata come area di pregio, il parere di competenza dovrebbe comunque essere demandato alla Regione e non alla commissione locale per il paesaggio. L’importo degli oneri di urbanizzazione è di circa 250mila euro, mentre i costi di realizzazione non sono ancora stati individuati. Rimane anche un’incognita legata alle monetizzazioni dei parcheggi che al momento sono calcolate in 22mila euro ma potrebbero essere riviste in leggero rialzo.
 
Perplessità sul progetto - e più ancora sull’ammontare della contropartita offerta al Comune - sono state manifestate dalle opposizioni sia di destra che di sinistra: per Beppe Lauria, con la variante 23 del 2017 “quest’amministrazione ha fatto un gran regalo ai privati, che le precedenti amministrazioni non vollero fare”. Dall’ex aennino sono arrivati anche diversi rilievi sull’effettiva conformità del progetto (definito “un’astronave”) al panorama architettonico della zona: “L’assessore Serale ha ricordato che ci si trova all’interno della zona storica di Cuneo. La vicina ex Inail è stata recuperata in maniera straordinaria, non si capisce invece cosa c’entri questo progetto - pure apprezzabile - con quell’area”. Anche Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) ha ricordato come il predecessore di Borgna, l'ex sindaco Alberto Valmaggia, si fosse a lungo opposto al cambio di destinazione: “Il Comune ha rinunciato a un intervento diretto, delegando ai privati una soluzione di questo problema che avrebbe potuto essere ben diversa. Vista la destinazione precedente, si poteva pensare ad esempio a un housing sociale”.
 
Dai banchi della maggioranza Carmelo Noto, capogruppo del Partito Democratico, ha rivendicato l’astensione del suo gruppo (allora in minoranza) sulla variante, ma ha altresì salutato la risoluzione di una vicenda ormai ultratrentennale: “Rimaniamo critici rispetto al cambio di destinazione d’uso. Ciononostante si tratta di un intervento che i residenti chiedevano dopo 25 anni: può darsi che si sia fatto un regalo ai privati, ma occorreva ricucire una ferita nella città”. Analoghe considerazioni sulla necessità di ‘voltare pagina’ in una delle aree più degradate del centro cittadino sono state espresse dal capogruppo di Centro per Cuneo Luca Pellegrino (“ho sostenuto il cambio di destinazione d’uso e continuo a sostenere che quella sia stata la scelta corretta”) e da quello di Crescere Insieme Luca Paschiero (“andiamo a migliorare la situazione dal punto di vista igienico-sanitario e a recuperare un’area della città”).

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