CUNEO - Dal letame nascono i fior: il Trauma Center del Santa Croce partorito dopo la strage di Nizza

Il servizio che dà alle ferite della mente la stessa dignità di cura che hanno quelle del corpo è attivo da tre anni. Da allora un crescendo di interventi

Samuele Mattio 23/08/2019 16:50

Erano le 22.30 del 14 luglio 2016 quando il terrorista franco-tunisino Mohamed Lahouaiej-Bouhlel si lanciò sulla folla che passeggiava sulla promenade des Anglais alla guida di un autocarro. A Nizza erano in le celebrazioni della festa nazionale francese. Fu una strage: 86 i morti, tra i quali lo stesso attentatore e sei italiani. Altri nostri quattro connazionali rimasero feriti. Il fatto impressionò fortemente l’opinione pubblica italiana, ma la città della penisola più segnata dalla tragedia fu certamente Cuneo.
 
Fin dal 1964 il capoluogo della Granda è gemellato con Nizza. Il 18 giugno dell’anno in cui Ferrero lanciò sul mercato la Nutella il Consiglio comunale cittadino votò l’ordine del giorno avente ad oggetto il gemellaggio con la città francese. “Le relazioni intervenute in questi ultimi anni fra le Città di Cuneo e di Nizza, capoluoghi di due importanti zone ai lati della frontiera alpina, hanno fatto registrare un tono sempre crescente di simpatia e di sincera, affettuosa amicizia” disse l’allora sindaco Mario Del Pozzo. La vicinanza geografica, la Festa dell’amicizia italo-francese, il collegamento ferroviario, sono tra i tanti i motivi che hanno legato e legano le due città. Impossibile non citare la figura di Giuseppe Garibaldi, nato a Nizza e arrivato a Cuneo fare l’Italia. Tanti altri i personaggi di sicuro valore storico che hanno consolidato l’amicizia e l’affinità di ideali fra le due città: i Boggio, i Bottero, i Riberi, solo per citarne alcuni.
 
Mentre in Costa Azzurra l’attentatore seminava panico e morte per una strada che tanti cuneesi hanno percorso per sgranchirsi le gambe o per far svagare i loro figli, in quel di Cuneo era in corso la seconda edizione dell’Illuminata. La serata successiva, dopo la tradizionale processione della Madonna del Carmine, gli organizzatori decisero di eseguire un’accensione speciale sulle note della Marsigliese e di proiettare il tricolore transalpino sulle luminarie di piazza Galimberti.
 
Fu un momento molto toccante. In molti tra il pubblico si commossero e qualcuno scoppiò in un pianto a dirotto. Quella sera tra la folla c’era la psicoterapeuta Maura Anfossi, che pensò a un modo per offrire conforto e assistenza alle persone che erano state toccate da vicino dalla tragedia.
 
Nacque così il Trauma Center dell’ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo, un servizio volto a offrire sostegno alle persone coinvolte in eventi traumatici di varia natura. Oggi, a tre anni di distanza, il servizio vede impegnati sei addetti del comparto di Psicologia Ospedaliera, di cui la stessa Anfossi è responsabile: “L'intervento psicologico tempestivo in seguito a un trauma - spiega -, favorisce la rielaborazione emotiva dell’accaduto e previene il cronicizzarsi dei sintomi ansiosi e il disturbo traumatico da stress”.
 
“In questi anni abbiamo supportato centinaia di persone vittime di traumi: l’attentato di Barcellona, il terremoto nelle Marche, i partecipanti alla proiezione della partita Real Madrid-Juventus in piazza San Carlo a Torino, i parenti delle vittime del Ponte Morandi”. L’attività del Trauma Center non è circoscritta ai traumi collettivi, ma è rivolta anche ai lutti familiari traumatici, come casi di suicidio o omicidio avvenuti tra le mura domestiche. In questi anni di lavoro il Centro ha collaborato anche con il Soccorso Alpino e con la Questura. Nei mesi scorsi è stato firmato un protocollo anche con la magistratura: l’intervento degli psicologi è importante quando i testimoni che hanno subito un trauma devono essere ascoltati in maniera urgente.
 
Prova vivente dell’efficacia del Trauma Center è Andrea Gallone: dipendente dell’ospedale Santa Croce, dopo aver perso il braccio sinistro ha incominciato un percorso che gli ha aperto nuovi orizzonti. “Grazie al supporto del Trauma Center ho capito che la vita può offrire ancora tanto. È un supporto che aiuta a vedere le cose in maniera diversa. Dopo l’amputazione ho provato tante cose che non avrei mai pensato di fare da normodotato. Aiuta a ‘mordere’ la vita in maniera differente e a darle più valore”. Oggi Andrea è vicepresidente del Granda Waterpolo Ability, squadra di pallavolo per disabili (unica in Piemonte e la più numerosa in Italia) che si allena a Saluzzo e che richiama atleti da tutto il territorio.
 
“Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”. Una citazione tanto abusata quanto azzeccata per raccontare di com’è nato il Trauma Center di Cuneo, servizio che dà alle ferite della mente la stessa dignità di cura che hanno quelle del corpo.

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