CUNEO - Dal sex work al reddito di inserimento: i Radicali presentano sei proposte di legge di iniziativa popolare

Le proposte sono state presentate oggi a Cuneo con il segretario nazionale Massimiliano Iervolino e il presidente Igor Boni: "Il palazzo non affronta temi che riteniamo cruciali"

a.d. 17/07/2023 17:06

Ambiente, economia e diritti. Tre “macro-temi” per sei proposte di legge di iniziativa popolare: a lanciarle i Radicali, che oggi pomeriggio le hanno presentate a Cuneo alla presenza del segretario nazionale Massimiliano Iervolino e del presidente Igor Boni. Ad illustrare nel dettaglio le proposte il segretario cuneese Filippo Blengino
 
La prima proposta riguarda la tutela del suolo. “L’Italia è in grave ritardo rispetto agli standard europei. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti. Vogliamo che si riconosca l’importanza del suolo come risorsa: difendendolo dall’erosione e dalla contaminazione, contrastando il consumo di suolo, riutilizzando le aree edificate abbandonate e introducendo la compensazione ambientale”, si legge sul sito dei Radicali. Sempre a tema ambiente, la secondo proposta è invece relativa all’energia: “L’energia è tra le materie a competenza concorrente tra Stato e Regioni. Da anni il nostro Paese soffre di veri e propri conflitti istituzionali in relazione alle infrastrutture energetiche, soprattutto per lo sviluppo delle energie rinnovabili. Noi chiediamo di tagliare la burocrazia che rallenta le transizione energetica, facendo sì che l’energia sia una competenza esclusiva dello Stato”, sostengono i Radicali.
 
La terza proposta riguarda l’introduzione di un “reddito di inserimento”, in sostituzione del reddito di cittadinanza: “Un quarto della popolazione italiana è a rischio povertà o esclusione sociale a causa di diritti approssimativi, salari bassi e contratti a termine. Vogliamo contrastare questo Governo che vuole introdurre inaccettabili distinzioni tra chi merita e chi non merita di essere aiutato. Noi chiediamo di introdurre il Reddito Minimo di Inserimento, per garantire a tutti il diritto ad una vita dignitosa, fornendo l’aiuto economico e formativo necessario a uscire dalla condizione di povertà”.
 
Il tema della quarta proposta sono invece di debiti dello Stato: “Ad oggi il debito commerciale dello Stato nei confronti delle imprese supera i 60 miliardi di euro. Questo genera un grande problema di liquidità a tutto il sistema produttivo. Noi chiediamo che i professionisti e le imprese che vantano un credito con lo Stato possano utilizzarlo per il pagamento di imposte e contributi o cederlo a un intermediario finanziario”.
 
Si prosegue poi con la proposta relativa al sex work, con il superamento della legge Merlin: “La legge attuale sul sex work ha ottenuto un unico risultato: prendere di mira le lavoratrici e i lavoratori del sesso e rendere le loro condizioni di vita meno sicure. Noi chiediamo una piena decriminalizzazione del sex work. Rimuovendo tutti i divieti, le sanzioni e gli ostacoli normativi che si abbattono su un’intera categoria di persone e riconoscendo il lavoro sessuale come autonoma e legittima professione”.
 
La sesta proposta riguarda infine l’aborto: “L’attuale legge 194 non garantisce un vero diritto all’aborto ma lo consente in determinati e specifici casi. Noi chiediamo un autonomo diritto di scelta e autodeterminazione, per far sì che la libertà riproduttiva non incontri più ostacoli morali e amministrativi e possa essere liberamente accessibile per chiunque decida di interrompere una gravidanza”.
 
I rappresentanti dei Radicali, durante la conferenza che si è tenuta all’angolo tra corso Nizza e corso Dante, hanno denunciato gli ostacoli burocratici che si incontrano quando si mettono in campo iniziative come quelle presentate oggi. A parlarne è stato Massimiliano Iervolino: “Abbiamo difficoltà, quando mettiamo in campo referendum e leggi di iniziativa popolare, a trovare autenticatori. E continua il silenzio del Governo sulla piattaforma pubblica per la firma digitale: doveva essere pronta a gennaio 2022, mentre pochi giorni fa il ministro Nordio ha detto che ci vorranno altri dodici mesi. È un problema non solo per noi, ma per chiunque si vuole far promotore di leggi di iniziativa popolare. Il 25 settembre del 2022 ci sono state le elezioni. Due i risultati sotto gli occhi di tutti: la vittoria di Giorgia Meloni e il fatto che 17 milioni di persone non si sono recate alle urne. Chi ama la democrazia non può far finta di niente di fronte a questo risultato negativo”.
 
A chiudere la presentazione l’intervento di Igor Boni: “Visto che il palazzo non affronta temi che riteniamo cruciali, chiediamo ai cittadini di tirare fuori dal palazzo i fili di riforma su temi su cui il Parlamento sceglie di non scegliere”.
 
Le proposte di legge sono consultabili a questo link. È possibile firmare sullo stesso sito, presso i banchetti che verranno organizzati sul territorio e in municipio a Cuneo.

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