CUNEO - "Dehors in orario notturno? Il problema si risolve con le telecamere"

Torna a parlare l’avvocato ‘anti-movida’ Claudio Massa: “Le leggi ci sono e devono essere osservate e sanzionate anche se non piacciono”

L'avvocato Claudio Massa

Redazione 17/03/2021 12:35

 
L’avvocato Claudio Massa torna a far sentire la propria voce attraverso una lettera inviata al nostro quotidiano online. Il legale, per dirla con le sue parole portatore un impegno civico contro “la maleducazione di alcuni clienti ed esercenti dei locali”,  commenta l’opinione espressa ieri dal consulente di Confcommercio - l’avvocato Giacomo Matteoni -, sulla movida cittadina e sulle misure da applicare per la risoluzione delle conflittualità tra esercenti e residenti. Di seguito il testo della missiva, che riceviamo e pubblichiamo.
 
Egregio Direttore,
 
ho letto sull’edizione di ieri del vostro giornale online la posizione degli esercenti.
 
Mi pare non condivisibile la definizione di “caccia alle streghe” di iniziative nelle quali  si è chiesto l’intervento della magistratura nei confronti di soggetti che si è accertato abbiano violato le regole.
 
Gli esercenti di Cuneo sanno che la strada della ricerca di un accordo è stata perseguita con impegno dai residenti e si è arenata nel momento in cui i residenti stessi hanno chiesto di poter segnalare con fotografie munite di data ed ora, l’eventuale violazione degli orari di mantenimento dei dehors in ore notturne, così come è stato disposto in altre realtà territoriali.
 
Secondo me il problema si risolve soltanto consentendo tale facoltà ai residenti e installando delle telecamere, al fine di fare in modo che ciascuno si assuma le sue responsabilità, agevolando altresì gli esercenti nell’adempimento degli obblighi che provvedimenti locali, norme di legge e giurisprudenza oramai pacifica della Cassazione, impongono loro.
 
A fronte della sentenza recentemente emessa dalla magistratura cuneese, la prima reazione dell’amministrazione comunale, è stata quella di modificare il regolamento dehors, prevedendo che la relativa autorizzazione possa essere revocata nel solo caso di disturbo della quiete pubblica da parte degli occupanti/gestori del dehors stesso (attuale articolo 29), sopprimendo invece l’inciso che era previsto nel previgente articolo 23, il quale prevedeva la revoca nell’ipotesi di disturbo della quiete pubblica “segnalato nelle forme di legge”.
 
È evidente che con la soppressione di tale inciso (peraltro a fronte di mie segnalazioni formali al Comune di presentazione di querele nel corso degli ultimi anni, mai nessun provvedimento di revoca fu adottato) amplia ancora di più la discrezionalità del Comune in merito, dato che qualche brillante mente giuridica potrebbe sostenere che il disturbo della quiete pubblica viene verificato soltanto al termine di un processo (e quindi a distanza di anni dai fatti).
 
Mi pare opportuno altresì evidenziare che con sentenza recentissima, il Comune di Torino è stato condannato a risarcire con un milione e duecentomila euro, ventinove residenti del quartiere di San Salvario che hanno ritenuto l’amministrazione civica inadempiente ai suoi obblighi di far rispettare le disposizioni vigenti, che potranno anche non piacere, come non piacciono al signor Sindaco di Cuneo, ma che, finché ci sono, debbono essere osservate e sanzionate in caso di inadempimento.
 
Buon lavoro e cordiali saluti
 
Avvocato Claudio Massa

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