CUNEO - "Devi vedere": la campagna dei Radicali per portare i cittadini a visitare le carceri

L'iniziativa presentata stamattina a Cuneo: "Spesso si ha un'idea sbagliata di quella che è la vita all'interno dei penitenziari"

Alice Depetro e Filippo Blengino

Andrea Dalmasso 12/05/2023 12:44

Portare i cittadini alla scoperta delle carceri e delle condizioni di vita dei detenuti, allargando la “platea” di persone a cui è consentita la visita nei penitenziari. È questo l’obiettivo di “Devi Vedere”, la campagna lanciata dai Radicali Italiani: in due mesi sono state raccolte oltre 400 adesioni, 60 delle quali in Piemonte. L’iniziativa è stata presentata stamattina, venerdì 12 maggio, presso la sala dei gruppi consiliari del municipio di Cuneo. Erano presenti il segretario dei Radicali di Cuneo Filippo Blengino, la responsabile del tavolo Giustizia e Carcere Alice Depetro e, in videocollegamento, Lorenzo Iorianni, coordinatore nazionale della campagna.
 
L’obiettivo è buttare giù muri e tabù sul carcere. - ha spiegato Blengino - Da sempre siamo impegnati in visite per verificare le condizioni dei detenuti: oggi ai cittadini non è permesso entrare, se non per iniziative particolari. L’accesso è consentito sostanzialmente solo ai parlamentari, oltre che al personale che lavora negli istituti e ai garanti dei detenuti. Il carcere però è un luogo pubblico e noi vogliamo abbattere i muri: molto spesso si ha un’idea sbagliata di quella che è la vita in carcere. Molti pensano sia ‘rose e fiori’, ma non è così. È enorme la quantità di detenuti non impegnati in attività di vario genere, che stanno dal mattino alla sera senza fare nulla. Vogliamo avvicinare i cittadini alle carceri, spesso strutture completamente scollegate dalle città e dal tessuto sociale. È bene ricordare che nella maggior parte dei casi il carcere non è mafia: parliamo di poveracci che finiscono in un circuito di illegalità per sopravvivere”.
 
Ad intervenire successivamente Alice Depetro: "Lo scorso anno in Italia i detenuti erano 55 mila, con un tasso di sovraffollamento delle strutture del 107%. I casi di autolesionismo e suicidi nelle carceri sono sedici volte superiori rispetto a quanto accade fuori. Molti di noi vivono in città che hanno un carcere, pochi ci sono entrati e sanno come ci si vive. Il nostro è un atto politico ma anche culturale, educativo: si tratta di sforzarsi di conoscere una realtà preclusa e sconosciuta ai più. Si tratta di porsi domande: perchè in molti paesi il tasso di recidiva è più basso di quello italiano?”.
 
Poi l’intervento di Lorenzo Iorianni: “Parliamo di un’istituzione, il carcere, non pensata per l’essere umano. Lo testimoniano i tantissimi casi di autolesionismo e suicidi, anche tra gli agenti, sebbene di questi ultimi si parli di meno. Prima delle nostre visite, e prima di mandare la richiesta di autorizzazione alle direzioni delle strutture, faremo un percorso con le persone interessate: le conosceremo e cercheremo di capire le motivazioni che le spingono, preparandole a questa esperienza emotivamente forte”.
 
Per le adesioni è possibile consultare i siti www.devivedere.it e www.radicali.org.
 

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