CUNEO - ‘Di fronte al dramma delle case di riposo non basta la retorica degli eroi e delle bandiere’

I pensionati della Cgil accusano: ‘Oltre un mese fa abbiamo iniziato a denunciare alla Regione le criticità già evidenti sul territorio’

17/04/2020 16:07

 
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato dello Spi - sindacato pensionati Cgil di Cuneo relativo alla gestione dell’emergenza coronavirus nelle case di riposo:
 
La situazione relativa alla diffusione del contagio Covid nella nostra provincia, insieme a tutto il Piemonte, è precipitata nelle ultime settimane, in particolare per quanto riguarda le case di riposo.
 
Ma non è arrivata inaspettata. Come Organizzazioni Sindacali abbiamo iniziato oltre un mese fa a denunciare alla Regione le criticità già evidenti sul territorio e nei servizi domiciliari, a prefigurare il dramma che si sarebbe verificato nelle strutture residenziali socio sanitarie. Su queste criticità abbiamo chiesto urgenti interventi in merito.
 
Abbiamo assistito inascoltati al deteriorarsi della situazione fino a quando la Regione, dopo averla tenuta nel cassetto per molti giorni, ha emanato la Delibera con la quale si consentiva lo spostamento verso le RSA dei dimessi Covid, senza aver opportunamente predisposto protocolli adeguati di protezione dal contagio. In Piemonte abbiamo visto gli ospedali trasformarsi in “camere di incubazioni”, con personale sanitario contagiato a sua insaputa. E case di riposo nelle quali, in queste ore, si sta consumando un dramma inumano con tanti, troppi anziani che muoiono in solitudine, in silenzio, come fossero in guerra.
 
La confusione regna nella gestione di molte strutture sanitarie per anziani, anche a causa del taglio alla spesa pubblica, che non andrebbe fatto certo sulla salute dei cittadini. Abbiamo chiesto a gran voce, nelle sedi opportune, che si agisse per recuperare dispositivi di protezione a garanzia degli operatori sanitari e verifichiamo che, ancora oggi, i dispositivi sono carenti. È più di un mese che viviamo questa paradossale situazione. Avevamo richiesto i tamponi sul personale sanitario, sono arrivati adesso, tardi, con l’infezione che corre contagiando luoghi che avrebbero dovuto essere garantiti.
 
Il nuovo ospedale di Verduno deve mantenere la sua funzione primaria, che era e resta quella di grande Ospedale di territorio. Anche se, in questo momento, può servire per far ripartire la sanità cuneese nel suo complesso ed essere adibito all'emergenza Covid, per “alleggerire” gli altri e consentire il riordino delle loro sale operatorie. Come Sindacati Confederali siamo tra i promotori di un tavolo provinciale di regia per monitorare la situazione nelle RSA insieme alle ASL, alla Provincia, alla Prefettura ed ai soggetti di rappresentanza ed istituzionali interessati.
 
Stiamo chiedendo risposte oggi, subito, perché stiamo vivendo il presente in costante e preoccupante ritardo, a rincorrere un nemico che ha messo a nudo tutte le criticità e le debolezze della nostra macchina pubblica. Stiamo chiedendo che si ponga rimedio agli errori e alle sottovalutazioni fino a qui commessi. Devono arrivare dalla Giunta regionale risposte serie e credibili e interventi immediati per risolvere i gravi problemi organizzativi e fermare la strage nelle RSA.
 
Non è più sufficiente la retorica degli eroi e delle bandiere. Il nostro modello di sanità pubblica va ripensato e ridefinito partendo da qui. La salute pubblica va rimessa al centro perché quello che sta accadendo non riaccada di nuovo. E il Sistema Sanitario deve essere rafforzato, per essere veramente pubblico e universale. Dobbiamo ripartire con serietà, costruendo un sistema che si prenda cura delle persone, indipendentemente dalla loro età.

c.s.

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