CUNEO - Dodici ucraini portati in salvo dalla "missione" di Rotary, Croce Rossa e Fondazione Lovera

Due pulmini sono partiti verso la Polonia venerdì 25 marzo, carichi di aiuti, per poi portare in Italia sei donne e sei ragazzi, ospitati a Vignolo e Chiusa Pesio

Redazione 29/03/2022 14:27

Domenica 27 marzo la solidarietà ha vinto sulla guerra per un gruppo di cittadini ucraini, provenienti da Kiev, Kharkiv e Mykolaiv, composto da sei donne e sei ragazzi, arrivati nella Granda grazie alla collaborazione ed al contributo economico di tre associazioni: Croce Rossa Italiana - Comitato Provincia Granda, Rotary Club Cuneo e Fondazione Lovera, cui si sono aggiunte offerte di privati cittadini e l’aiuto di volontari che hanno raccolto ed organizzato quanto necessario per la missione.
 
La piccola carovana, partita venerdì 25 marzo alle prime luci dell’alba, era composta da due pulmini, guidati da 4 volontari (compresa l’interprete) che si sono alternati alla guida dei mezzi carichi di alimenti, farmaci e vestiario per bambini. Dopo un viaggio di 22 ore ed una sosta per riposare, sabato 26 marzo hanno raggiunto il punto del rendez-vous in Polonia, a circa 20 km dal confine ucraino dove erano attesi dal contatto del Rotary Club Kiev che coordina le partenze delle persone che si rivolgono a loro in tutta l’Ucraina. Il responsabile del Club ucraino ha accompagnato i profughi, in fuga dal 2 marzo quando sono stati costretti a spostarsi dalle rispettive città, ed è quindi rientrato nel paese ucraino con il prezioso carico di aiuti da distribuire. Il viaggio di ritorno si è concluso domenica 28 marzo con l’arrivo a Vignolo dove erano attesi dal Sindaco, dai cittadini e dalle famiglie che ospiteranno due dei quattro nuclei, gli altri due nuclei raggiungeranno Chiusa Pesio dove una famiglia ha messo a disposizione un appartamento. Il sostegno proseguirà con l’inserimento a scuola dei ragazzi, la partecipazione ad un percorso in lingua italiana per gli adulti e con tutte le attività propedeutiche all’inserimento attivo all’interno di una comunità. Una piccola testimonianza di speranza che si aggiunge ai tanti gesti di umanità cui abbiamo assistito dall’inizio del conflitto ad oggi.
 

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