CUNEO - "Domani è troppo tardi": anche a Cuneo il corteo di Fridays For Future (FOTO)

Nel capoluogo della Granda oltre duecento giovani hanno partecipato alla mobilitazione globale per il clima: "Ormai non ci sono più scuse, bisogna agire per ridurre le emissioni"

Gabriele Destefanis 03/03/2023 12:59

I giovani di Fridays For Future sono tornati a farsi sentire. Anche a Cuneo, come in tutto il resto del mondo, si è svolta la giornata di mobilitazione globale per il clima. Oltre duecento i partecipanti nel capoluogo della Granda: si sono ritrovati di fronte alla stazione ferroviaria, per poi dare il via al corteo che dopo aver percorso corso Giolitti, ha svoltato in corso Nizza, arrivando fino a piazza Galimberti per poi dirigersi verso il viale degli Angeli e concludersi al Parco della Resistenza. Tanti giovani, ma anche persone di età diversa ed alcuni consiglieri comunali in prima fila: l’ex candidata sindaca Luciana Toselli e Ugo Sturlese di Cuneo per i Beni Comuni, insieme a Claudio Bongiovanni di Cuneo Mia. A ritmo di musica e cori, il corteo ha occupato una corsia nelle varie strade che ha attraversato, creando qualche disagio ma non bloccando il traffico cittadino. “Domani è troppo tardi - ha detto nel suo intervento prima della partenza della manifestazione Luca Bellini del gruppo FFF Cuneo -. Dicono che noi giovani non siamo responsabili, ma siamo qui per dire che bisogna agire, perché non c’è più tempo. La nostra rabbia è energia rinnovabile: l’Italia non sta rispettando gli accordi di Parigi ma i nostri politici parlano del bacio di Rosa Chemical. Siamo incazzati, vogliamo che da domani agiscano drasticamente per ridurre le emissioni. Non ci sono più svcuse, non si può più aspettare”
 
Tanti i cartelli e gli striscioni esposti durante il corteo, che si è fermato per alcune tappe fissate per invitare a riflettere su temi specifici. La prima, in piazza Europa, si è focalizzata sulle auto e sulle città da restituire alle persone: “La crisi climatica avanza e il nostro ministro della Mobilità Sostenibile riduce il limite di velocità dei monopattini elettrici, non quella delle auto, che è la terza causa di incidenti mortali e porta a maggiori emissioni - ha detto ancora Bellini -: inoltre, raccoglie firme per andare contro il divieto di produrre auto a diesel e benzina entro il 2035, dicendo che il 2035 non è un dogma. Dobbiamo trasformare le città da luoghi di traffico e parcheggi a luoghi delle persone e della socialità, dobbiamo riprenderci i nostri spazi”. Riprendersi anche le strade, occupandole e lasciandoci sopra dei messaggi, come hanno fatto i manifestanti in corso Dante, quando hanno scritto con dei gessetti i loro pensieri sull’asfalto.
 
All’incrocio tra corso Nizza e piazza Galimberti la terza tappa. Questa volta si è parlato di siccità, con un richiamo a scuotere le persone “che ancora non si sono rese conto della gravità della situazione in cui siamo”. Poi il corteo si è diretto al Parco della Resistenza, dove simbolicamente i partecipanti hanno “colorato” la Terra, ingrigita dai “veri ecoterroristi, gli imbrattatori di questo mondo, i politici e i dirigenti di aziende che dicono di essere i leader della transizione ecologica e invece continuano a investire nei combustibili fossili e a venderci un sacco di bugie”

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