CUNEO - Dopo il caso pandoro l’Agcom impone regole agli influencer: “Trasparenza sulle pubblicità”

Chi ha oltre 1 milione di followers sarà equiparato alle tv. Dovranno indicare le inserzioni commerciali e rispettare obblighi più stringenti sulla tutela dei minori

a.c. 12/01/2024 18:40

L’inchiesta su Chiara Ferragni e l’ormai famoso panettone Pink Christmas di Balocco ha già portato a un risultato. L’Agcom, autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ha approvato all’unanimità le nuove linee guida che, nella sostanza, assimilano gli influencer ai fornitori di servizi media audiovisivi.
 
Questo significa che i vari Ferragni, Camihawke, Khaby Lame, Gianluca Vacchi e così via verranno sottoposti alla disciplina del testo unico dei servizi media audiovisivi (Tusma), come succede alle “classiche” emittenti tv. Prima di tutto, cos’è “un influencer”? Alla domanda l’Agcom ha risposto individuando alcuni criteri, in modo che non sorgano dubbi sull’interpretazione delle norme. Sono inclusi i soggetti operanti in Italia che raggiungano “almeno un milione di followers” sulle diverse piattaforme o social media (è probabile che verrà considerata una sommatoria tra i canali YouTube, Instagram, TikTok eccetera), che abbiano pubblicato almeno 24 contenuti in un anno e che superino su almeno una piattaforma o social un valore di engagement rate medio pari o superiore al 2%. In altre parole, che almeno il 2% dei loro post susciti reazioni da parte degli altri utenti, sotto forma di like, commenti o condivisioni.
 
Il presidente dell’autorità per le comunicazioni, Giacomo Lasorella, precisa che questi paletti sono adottati in via sperimentale e potranno essere modificati in futuro. In ogni caso, l’auspicio è che anche gli influencer “minori” vorranno adeguarsi ai criteri imposti ai loro colleghi. Anche perché gli esclusi continuano ad essere soggetti a loro volta, com’è ovvio, alle leggi sulla pubblicità ingannevole e le pratiche commerciali scorrette.
 
Ma cosa cambia, in concreto? L’attenzione del garante si concentra in particolare sulla trasparenza pubblicitaria: in caso di inserimento di prodotti nei video, ad esempio, gli influencer saranno tenuti a inserire una scritta che evidenzi la natura pubblicitaria del contenuto, in modo da renderlo riconoscibile. Per chi trasgredisce sono previste sanzioni dai 10mila fino ai 250mila euro. “Stangate” ancora più severe colpiranno chi non si attiene ad altri pilastri della nuova normativa, riguardo la tutela dei minori e la trasparenza societaria: in quel caso, le trasgressioni saranno punite con multe da 30mila a 600mila euro. Ulteriori regole disciplineranno la rimozione e l’adeguamento dei contenuti nel caso in cui venisse richiesto, in base a un meccanismo di richiami e ordini.
 
Le linee guida dispongono anche l’avvio di un tavolo tecnico per arrivare all’adozione di un più ampio codice di condotta. Il codice sarà redatto nel rispetto dei principi ispiratori delle linee guida e prevederà che gli influencer siano chiaramente individuabili e contattabili. A questo tavolo tecnico saranno ammessi anche soggetti che di solito non rientrano nel perimetro normativo e regolamentare dell’Agcom, in particolare quelli che animano il mondo del cosiddetto “influencer marketing” e che includono quindi gli intermediari tra gli influencer e le aziende, oltre agli stessi influencer.

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