CUNEO - 'Duecento mila famiglie piemontesi vivono in condizioni di povertà assoluta'

I dati emergono dal 'Rapporto Coldiretti'. L'associazione promuove la 'Spesa Sospesa' per sostenere le persone in difficoltà

10/07/2019 10:44

Sono 2,7 milioni le persone che in Italia sono state addirittura costrette a chiedere aiuto per il cibo da mangiare. E’ quanto emerge dal rapporto Coldiretti “La povertà alimentare e lo spreco in Italia”. Ad avere problemi per mangiare sono dunque oltre la metà dei 5 milioni di residenti che, secondo l’Istat, si trovano in una condizione di povertà assoluta. La stragrande maggioranza di chi è stato costretto a ricorrere agli aiuti alimentari lo ha fatto attraverso la consegna di pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri (pensionati, disoccupati, famiglie con bambini) che per vergogna prediligono questa forma di sostegno piuttosto che il consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritatevoli. Infatti sono appena 113mila quelli che si sono serviti delle mense dei poveri a fronte di 2,36 milioni che invece hanno accettato l’aiuto delle confezioni di prodotti sulla base dei dati sugli aiuti alimentari distribuiti con i fondi Fead attraverso dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea). 
 
Tra le categorie più deboli degli indigenti si contano - continua la Coldiretti - 453mila bambini di età inferiore ai 15 anni, quasi 197mila anziani sopra i 65 anni e circa 103mila senza fissa dimora. In Piemonte le famiglie in condizioni di povertà assoluta, cioè che non possono permettersi spese essenziali, come l’acquisto dei farmaci, sono quasi duecentomila, pari al 5,9%. Una percentuale inferiore alla media italiana del 6,2%, ma che fa della nostra regione la maglia nera del nord Italia industriale. Per le famiglie piemontesi, ancor più che per quelle del resto d’Italia, la crisi del 2008 ha rappresentato davvero uno spartiacque storico. Il reddito netto è sceso di circa il 12% tra il 2007 e il 2016, ricominciando a crescere solo a partire dal 2013, ma con una variazione inferiore sia alla media nazionale (+1,6% contro +3,2%) sia a quella delle ripartizioni Nord Ovest e Nord Est (rispettivamente +2,0% e +5,8%). In valori assoluti e al netto dell’inflazione, il livello del reddito medio è calato di circa 4.200 euro in Piemonte contro i 3.600 euro nella media italiana (valore che scende a 2.600 euro considerando solo il Nord Ovest).
 
Di fronte a questa situazione, ci sono varie organizzazioni attive nella distribuzione degli alimenti e le aziende di Campagna Amica, in occasione dei Villaggi Coldiretti, hanno contribuito con il progetto della Spesa Sospesa, nato proprio nell’edizione del Villaggio di Torino, realizzato lo scorso anno a giugno – raccontano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Si tratta della possibilità di fare una donazione libera presso i banchi del mercato per fare la spesa a favore dei più bisognosi. Frutta, verdura, formaggi, salumi e ogni tipo di genere alimentare raccolto vengono consegnati alla Caritas che si occupa della distribuzione alle famiglie in difficoltà. Certo – concludono Moncalvo e Rivarossa – è necessario intervenire a livello strutturale per rompere questa spirale negativa, dare nuovi stimoli ed impulsi alla nostra regione e generare percorsi economici che possano aumentare il reddito di chi oggi vive sotto la soglia di povertà. Da qui deriva la nostra disponibilità ad implementare gli accordi di filiera con quell’agroindustria virtuosa far sì che si unisca veramente il territorio al mondo economico”.


c.s.

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