CUNEO - Ecco il nuovo questore: “Niente proclami. Ma sarò attento al quadrilatero e a piazza Boves”

Carmine Rocco Grassi arriva da Milano, è stato anche vicario a Torino: “Cuneo è una realtà privilegiata rispetto ad altre, ma non ci fermiamo alle apparenze”

Andrea Cascioli 01/08/2023 13:48

Si chiama Carmine Rocco Grassi, ha 59 anni e ne ha trascorsi 32 nei ranghi della Polizia di Stato: è il nuovo questore di Cuneo, insediatosi stamane dopo aver guidato la Polizia di Frontiera della Lombardia a Milano.
 
Nella sua carriera c’è molta attività investigativa, fin dal primo incarico al commissariato di Polistena, in Calabria. Dopo è stato alla Squadra Mobile, prima a Como e poi a Brescia, quindi alla Polizia Scientifica interregionale del Triveneto come dirigente di gabinetto, infine questore vicario a Cremona e a Torino. Il suo ultimo incarico, prima di Cuneo, è arrivato dopo la promozione a dirigente superiore.
 
La Granda per lui è un territorio ancora da esplorare, per questo nei giorni scorsi ha già incontrato il prefetto Fabrizia Triolo, il procuratore della Repubblica Onelio Dodero e la sindaca del capoluogo Patrizia Manassero: “Anzitutto mi preme ringraziare il capo della Polizia per la fiducia. Questa realtà - dice - mi sembra ‘privilegiata’ rispetto ad altre, ma non bisogna mai soffermarsi sulle apparenze”. Il primo obiettivo è quello di incrementare il più possibile il controllo del territorio: “Inutile fare proclami, perché si deve partire da una conoscenza reale”. Meglio la sostanza delle parole, insomma.
 
Dagli incontri che ha già svolto, intanto, è arrivato qualche input utile: “Ho avuto indicazioni con riferimento alla città di Cuneo, su alcune problematiche che so essere già oggetto di particolare attenzione da tempo. Sono al corrente di quanto riguarda piazza Boves e il cosiddetto quadrilatero di corso Giolitti”. Ma non c’è solo il capoluogo. Anche attraverso la coordinazione con le altre forze dell’ordine, spiega, “cercheremo di rendere il più possibile effettiva la presenza della Polizia di Stato, soprattutto riguardo alla prevenzione in ambito stradale”.
 
“Da un po’ di anni - aggiunge Grassi - i professionisti della sicurezza devono essere molto attenti ai segnali che si sono molto innalzati, anche in riferimento alla cosiddetta sicurezza percepita. Si riscontra su questo punto un divario sempre più ampio ed è nostro compito fare in modo che si riduca il più possibile. La trasformazione urbanistica di quartieri come quello di corso Giolitti incide, ma bisogna fare attenzione a non criminalizzare anche le attività lecite che vanno anzi tutelate”.

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