CUNEO - Emanuele Ricifari verso l’addio alla Questura di Cuneo?

Voci sull’imminente cambio al vertice della Polizia di Stato nella Granda. Ma il dirigente catanese allontana i rumors: ‘Per il momento il questore sono io’

a.c. 17/10/2020 17:30

 
“Per il momento il questore di Cuneo sono e resto io”: sentito dalla redazione di Cuneodice.it, Emanuele Ricifari allontana le voci sull’imminente trasferimento che lo vorrebbero destinato a un ritorno nella sua Sicilia, per la precisione al vertice della Questura di Caltanissetta.
 
Le indiscrezioni filtrate in queste ore anche su alcuni organi di stampa sostengono che già dalla fine della prossima settimana Ricifari potrebbe lasciare il comando delle forze di polizia della Granda e che la decisione sarebbe quindi già stata presa in via “non ufficiale”. Il diretto interessato, tuttavia, non conferma e dice di non essere a conoscenza dei rumors che lo riguardano, chiosando ironicamente: “Mi fa piacere vedere che molti abbiano più informazioni di me”.
 
Ricifari, classe ’62, catanese di nascita e di formazione, era stato dal 2008 al 2015 vicario del questore di Brescia, per poi approdare nel 2017 a Roma alla direzione del Servizio Centrale Anticrimine. La sua nomina a questore di Cuneo è stata formalizzata alla fine di maggio del 2018: per lui quelli trascorsi finora nella neoribattezzata piazzetta Usmiani sono stati due anni intensi, segnati da successi investigativi e polemiche. Il capo della polizia non si è mai negato, infatti, al confronto schietto con le forze politiche e sociali sui temi “caldi” nella gestione dell’ordine pubblico in provincia, a cominciare dalla questione del Movicentro e del ricollocamento dei senzatetto extracomunitari nel capoluogo. Solo un paio di settimane fa, partecipando a una tavola rotonda dai Salesiani dedicata proprio al tema dell’accoglienza, Ricifari aveva anticipato che in provincia di Cuneo sono attualmente in corso cinque indagini per caporalato: si tratterebbe, a detta del questore, di “situazioni più gravi” di quelle riscontrate nell’estate del 2018 con l’inchiesta ‘Momo’, che ha portato al rinvio a giudizio di sette persone nell’ambito del primo processo per questa fattispecie di reato celebrato a Cuneo.
 
L’eventuale addio di Ricifari a piazzetta Usmiani, secondo le indiscrezioni, sarebbe legato alla necessità di coprire le posizioni lasciate vacanti da alcuni alti funzionari di Polizia dopo la sentenza di primo grado sul caso dell’espulsione di Alma Shalabayeva, pronunciata lo scorso 14 ottobre dal tribunale di Perugia. Il caso, risalente al 2013, riguardava l’allontanamento dell’Italia della moglie del dissidente kazako Muktar Ablyazov e aveva suscitato uno scandalo internazionale: per questa vicenda sono stati riconosciuti responsabili di sequestro di persona vari dirigenti di pubblica sicurezza, per i quali è stata prevista anche l’interdizione dai pubblici uffici.

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