CUNEO - “È escluso che il nuovo ospedale di Cuneo si faccia in centro città”

Il presidente della Fondazione del Santa Croce, Fulvio Moirano, taglia la testa al toro: ‘Non c’è lo spazio, servono almeno dieci ettari’. Confreria unica alternativa

Samuele Mattio 10/02/2020 20:35

 
 
Il nuovo ospedale di Cuneo non si farà sull’altipiano. Nell’incontro organizzato al Centro Incontri della Provincia dall’associazione Insieme, il dominus della Fondazione per l’ospedale Santa Croce e Carle Fulvio Moirano ha di fatto tagliato la testa al toro, escludendo per la nuova costruzione l’attuale sito in centro città.
 
A indurre l’influente ex plenipotenziario della sanità piemontese a togliere la carta dell’ubicazione attuale dal mazzo delle alternative è lo spazio necessario per la realizzazione. “Il tema esclude l’altipiano dove l’ospedale sorge oggi. Sono necessari dieci ettari per costruire (secondo i parametri nazionali n.d.r.), in quella zona sono solo quattro: inoltre bisognerebbe tenere l’ospedale aperto mentre lavorano i cantieri, non è possibile”.
 
“I cuneesi ricoverati al Santa Croce sono 6mila su 33 mila degenti, qualche migliaio è anche ligure - ha proseguito deciso il manager -. Se c’è qualcuno che pensa che l’ospedale sia un’esclusiva dell’altipiano non ha capito niente, se fosse così sarebbe un ospedale scarso”.
 
Prima di lui aveva parlato il direttore generale del Policlinico ‘San Matteo’ di Pavia, Carlo Nicola, illustrando l’esperienza del nuovo ospedale di Bergamo, mentre il sindaco di Cuneo Federico Borgna ha indicato l’iter da seguire.
 
Le ricadute urbanistiche? Moirano è andato giù diretto: “Non ci sono vincoli della Soprintendenza, si può radere al suolo”. Rassicurando poi sui servizi assistenziali: "Ciò non significa che sull’altipiano ci saranno attività di prelievo e ambulatori".
 
Dato che i decision maker concordano sulla necessità di individuare a breve l’area su cui sorgerà la nuova struttura, è evidente che l’area intorno al Carle a Confreria, già prevista per l’edilizia ospedaliera dal Piano Regolatore e già (in gran parte n.d.r.) di proprietà dell’azienda ospedaliera, appaia oggi come la ‘favorita’.
 
 
 
Qui l'approfondmento completo sull'incontro organizzato dall'associazione Insieme, pubblicato martedì 11 febbraio.
 
 

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