CUNEO - Ex Bagni Municipali, il comune di Cuneo a caccia di fondi per riqualificarli

Varie le opzioni sul campo: da sede del quartiere a centro culturale o servizio per i non abbienti (come fu in passato). La certezza è una sola: servono “sponsor”

Andrea Cascioli 29/09/2022 17:57

Passano gli anni e si succedono i progetti di riqualificazione pubblici e privati, dall’ex ospedale Santa Croce al Frigorifero militare, da piazza d’Armi (ora parco Parri) alla nuova casa Betania. Poi ci sono gli edifici venduti e rasi al suolo tra non poche polemiche (l’ex IPI da parte della Provincia, l’ex Policlinico da parte del comune, villa Sarah da privato a privato) e infine i fabbricati storici che restano “tra color che son sospesi”, per dirla col sommo poeta.
 
Tra questi il triste caso di palazzo Chiodo (ormai a rischio imminente) e quello - all’apparenza meno drammatico - degli ex Bagni Municipali di via Vittorio Amedeo. Il “bel palazzotto”, come lo definì Camillo Fresia, nacque nel 1923 grazie alla Cassa di Risparmio come “presidio benefico di salute e igiene”: così è citato nella lapide all’ingresso, a testimonianza di un’utilità pubblica all’epoca assai evidente. Ai meno abbienti offriva infatti la possibilità di dedicarsi alla cura del corpo e dell’igiene personale, in un’epoca dove gran parte degli alloggi erano ancora in palazzi di ringhiera e senza bagni privati. Oggi una parte è stata distrutta ed è diventata un magazzino comunale, mentre l’altra metà dell’edificio è rimasta immacolata: all'interno vi sarebbe ancora una delle prime lavatrici, risalente agli anni ’50. La costruzione presenta numerosi elementi decorativi neoclassici e altri elementi architettonici che richiamano lo stile decò, proprio come i palazzi dei borghesi che in quegli stessi anni sorgevano su viale Angeli e dintorni.
 
La leniniana questione del “che fare?”, a proposito dell’edificio semi abbandonato, è stata risollevata dal consigliere Claudio Bongiovanni di Cuneo Mia nell’ultima seduta dell’assemblea civica: “Non vorremmo - ha premesso l’interpellante - che si ripetesse quanto già avvenuto per l’Istituto Provinciale per l’Infanzia o che rimanesse così per anni come il Policlinico”. Nella scorsa legislatura era stato portato avanti uno studio di fattibilità, finanziato dalla Compagnia di San Paolo: questo studio proponeva il recupero dei locali come sede del quartiere e destinazione sociale-culturale. Ancor più suggestiva l’ipotesi avanzata nel 2019 dagli allievi della quinta geometri dell’istituto Bianchi-Virginio: gli studenti, premiati a Roma dal Consiglio Nazionale dei Geometri per il loro progetto, proponevano il recupero del fabbricato per restituirlo alla destinazione originaria. Una possibile soluzione - di cui avevamo dato conto a suo tempo - ai problemi igienici provocati dai bivacchi estivi di senzatetto nell’area del Movicentro e dello Stura, o da altri analoghi.
 
Nel rispondere a Bongiovanni, l’assessore all’Urbanistica Alessandro Spedale ha tenuto a precisare che il fabbricato non è a rischio di sparizione: tant’è che l’amministrazione precedente lo ha inserito tra i destinatari del finanziamento della Compagnia di San Paolo. Questo l’iter fin qui percorso: “La candidatura era stata presentata nel luglio 2021 e l’abbiamo superata, l’amministrazione ha voluto concentrare la sua attenzione sul quartiere Cuneo centro con altri immobili significativi: l’ex Gil e la Casa del Fascio Femminile. A ottobre abbiamo potuto fruire di 50mila euro e con una determina della giunta è stato approvato in dicembre un incarico: il 27 gennaio scorso la giunta ha approvato lo studio di fattibilità”.
 
In ballo c’è un finanziamento da due milioni e 100mila che potrebbe “sistemare” la faccenda. Si tratta della seconda tranche del bando Rigenerazione urbana, quello che aveva finanziato tra l’altro la riqualificazione dell’ex Santa Croce come sede della biblioteca. I bagni pubblici sono in lizza insieme alla pedancola di Gesso e al vicino sferisterio di piazza Martiri. Quanto alla destinazione, sia la sezione cuneese del Fai che altre associazioni culturali avevano manifestato il loro interesse: “Le proposte - precisa Spedale - si sono fermate a interlocuzioni verbali, non formalizzate con progetti”. Uno degli ostacoli principali resta il reperimento delle risorse per la riqualificazione, che non sono poche: in ogni caso l’amministrazione assicura di voler affrontare “in modo concreto” il recupero della struttura.

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