CUNEO - Export, in Piemonte dopo Torino c'è la Granda

Nei primi nove mesi del 2023 numeri positivi non solo rispetto allo scorso anno, ma anche rispetto al pre Covid

13/12/2023 09:01

Nel periodo gennaio-novembre 2023, la crescita su base annua dell’export nazionale in valore (+1,0%) mostra marcate differenziazioni territoriali: l’aumento delle esportazioni è elevato per il Sud (+15,9%), più contenuto per il Nord-Ovest (+3,5%), modesto per il Nord-Est (+0,2%), mentre si rileva una flessione per il Centro (-1,6%) e una più decisa contrazione per le Isole (-20,2%). Alla fine del III trimestre 2023 le vendite all’estero dei prodotti made in Cuneo hanno raggiunto i 7.828 milioni di euro, registrando un aumento del +4,4% rispetto allo stesso periodo del 2022. Nei primi nove mesi dell’anno il valore delle importazioni di merci ha prodotto 4.235 milioni di euro, con una diminuzione del 4,3% rispetto ai primi nove mesi del 2022. Il saldo della bilancia commerciale si è portato a 3.594 milioni di euro, in aumento rispetto a quello registrato nell’analogo periodo dell’anno precedente che si attestava a 3.072 milioni di euro. Cuneo si conferma al secondo posto in Piemonte, dopo Torino, per valore esportato, con il 16,5% delle vendite regionali fuori confine. La dinamica esibita nel periodo gennaio-settembre 2023 dalle esportazioni di merci cuneesi è decisamente migliore rispetto a quella evidenziata a livello nazionale (+1,0%), ma inferiore rispetto a quella registrata a livello regionale (+9,2%). Il dato risulta comunque positivo, non soltanto rispetto al 2022 ma anche rispetto al 2019, ultimo anno pre-Covid. La crescita rispetto a quattro anni fa è addirittura del 26,6%.
 
“Continuano ad arrivare segnali soddisfacenti dalle nostre esportazioni con un miglioramento del dato record dello scorso anno, mentre il contemporaneo calo delle importazioni fa crescere il saldo positivo della bilancia commerciale - afferma il presidente Mauro Gola. Il nostro sistema imprenditoriale ha dimostrato, ancora una volta, di saper superare le difficoltà congiunturali e di essere in grado di intercettare le richieste dei mercati internazionali e i fondamentali della nostra economia continuano a essere positivi, ma per continuare ad alimentare la crescita abbiamo necessità di una forte accelerazione sul fronte delle infrastrutture, dell'intermodalità e della doppia transizione". 
 
“La serie storica, sui dati dei primi nove mesi di ogni anno, evidenzia il trend di crescita delle esportazioni cuneesi negli ultimi sei anni, fatta eccezione per il 2020 condizionato dagli effetti della pandemia - prosegue il presidente Gola –. È sorprendente rilevare che dal 2017 ad oggi il valore delle esportazioni cuneesi è aumentato del 40,5%”.
 
La crescita registrata dalle esportazioni cuneesi nel periodo gennaio-settembre 2023 è stata il risultato di andamenti più o meno omogenei nei vari settori di specializzazione. Il comparto manifatturiero, che rappresenta il 96,2% dell’export cuneese, registra un aumento del 4,7% mentre calano le esportazioni del comparto agricolo (-9,1%) e quelle di un settore, quantitativamente poco rilevante, quale i prodotti dell’estrazione mineraria (-14,7%). Analizzando nel dettaglio la manifattura cuneese emerge come la filiera dell’industria alimentare, che pesa per il 34,7% e fa segnare un +1,9%, continua a essere il settore trainante dell’export manifatturiero sebbene in questi nove mesi la performance migliore sia stata registrata dagli articoli in gomma e materie plastiche (+15,4%), seguiti dagli apparecchi elettrici, elettronici e ottici (+11,3%), dai macchinari e apparecchi n.c.a. (+9,2%), dalla chimica e farmaceutica (+7,6%) e dai mezzi di trasporto (+5,6%). Una flessione significativa, del 10,9%, è stata registrata dagli altri prodotti delle attività manifatturiere, seguiti dai metalli di base (-10,4%), dal legno (-7,2%) e dai prodotti tessili (-3,9%).
 
Il bacino dell’Ue-27 ha attratto il 63,8% delle esportazioni provinciali, contro il 36,2% dei mercati situati al di fuori dell’area comunitaria. L’aumento registrato dalle vendite dirette verso i Paesi dell’Ue-27 è stato del +4,7%, mentre quello verso i partner commerciali extra Ue-27 ha segnato un +4,0%. I più importanti mercati dell’area Ue-27 si confermano essere quello francese e tedesco, con quote rispettivamente pari al 19,5% e 14,5%. Entrambi hanno registrato una variazione positiva: la Francia del +4,6%, la Germania del 3,3%. La Spagna, con una quota del 6,5%, ha registrato una buona variazione del +16,2% e così la Polonia, con una quota del 4,7%, ha riportato un +8,7%.  Il Belgio ha subito una flessione pari al 7,9%, seguito da Repubblica Ceca (-5,0%) e Paesi Bassi (-2,4%). Hanno invece fatto segnare una crescita Austria e Romania, con quote dell’1,4% e dell’1,6%, che hanno registrato rispettivamente +22,1% e +19,9% seguiti dalla Grecia con +17,1%.
 
Per il bacino Extra Ue-27 i mercati di maggior sbocco continuano a essere gli Stati Uniti e il Regno Unito che rappresentano rispettivamente il 6,4% e il 5,3% dell’export complessivo. Gli Stati Uniti hanno segnato una flessione del 2,9%, mentre il Regno Unito un incremento del 5,9%. Il Canada con una quota parte del 2,1% realizza un +8,1%. Si consolidano le vendite verso Messico (+36,8%), Arabia Saudita (+27,3%), Australia (+20,0%) e Cina (+10,7%), mentre si registra una flessione per la Svizzera (-1,6%) e un crollo per la Russia (-30,7%).
 
 
 

c.s.

Notizie interessanti:

Vedi altro