CUNEO - Fabiana Dadone guida la fronda 5 stelle sulla giustizia: “Pronti a ritirarci dal governo”

Intervistata da Agorà, il ministro delle Politiche Giovanili parla anche di vaccini: “Sono contraria all’obbligo per il personale scolastico, meglio sensibilizzare”

a.c. 23/07/2021 15:49

 
Sulla riforma della giustizia non si scherza, è il monito che viene dai ranghi del Movimento 5 Stelle. Questa volta a mettere in guardia Draghi non è l’ala “malpancista” vicina a Di Battista e ai fuoriusciti ma uno degli esponenti di governo: il ministro delle Politiche Giovanili Fabiana Dadone avverte infatti che, in assenza di cambiamenti, i Cinque Stelle potrebbero ritirare i propri rappresentanti dai dicasteri.
 
Nel corso di un’intervista al programma mattutino di Rai Tre Agorà, la grillina villanovese ha chiarito che l’appoggio al governo Draghi dipende dalla disponibilità a rivedere il disegno di legge Cartabia, valutando le “modifiche tecniche” richieste dal Movimento: “L’obiettivo di velocizzare i processi è comune a tutti ma la tematica della prescrizione, così com’è impostata, non raggiunge questo obiettivo. Ci aspettiamo una discussione costruttiva in parlamento, poi decideremo in base ai miglioramenti”.
 
Intervenendo sul meccanismo dell’improcedibilità, i Cinque Stelle puntano a una sospensione della prescrizione per due anni dopo la sentenza di primo grado e per un anno dopo l’appello, così come stabiliva la precedente riforma Orlando. In alternativa, c’è la proposta già avanzata con il lodo Conte-bis, ovvero lo stop alla prescrizione dopo il primo grado, ma solo se a fronte di un verdetto di colpevolezza. Ancora, come extrema ratio, i parlamentari M5S sarebbero disposti a “ingoiare” l’improcedibilità purché il termine venga fatto decorrere non più dall’impugnazione della sentenza di primo grado (come prevede il testo del governo) ma dalla prima udienza del grado d’appello o di Cassazione.
 
Cosa succederebbe se invece la legge venisse approvata dalle altre forze politiche così com’è, vale a dire fissando il termine per l’improcedibilità a due anni per l’appello e un anno per la Cassazione? In quel caso, risponde Dadone, i ministri 5 Stelle dovrebbero valutare insieme a Giuseppe Conte l’uscita dal governo. Lei si dice comunque convinta di un esito positivo della contesa: “C’è un’apertura da parte sia del presidente che del ministro Cartabia ai miglioramenti, perché si sono resi conto che la riforma così presentata lascia delle fasce di impunità”.
 
Oltre alla questione della giustizia, un dossier scottante per la titolare del dicastero dedicato ai giovani riguarda il green pass e le vaccinazioni. Rispetto alle fasce d’età più a rischio i giovani sono stati lasciati indietro con i vaccini. In ritardo soprattutto la fascia 12-18 anni, anche perché è solo uno il vaccino autorizzato in questa classe di età: “Per loro - garantisce il ministro - si sta tendando di trovare una soluzione che comporti perlomeno la gratuità dei tamponi, altrimenti sarebbe un aggravio per le famiglie”. Dadone si dice comunque scettica sull’eventualità di introdurre l’obbligo vaccinale anche per il personale scolastico: “Personalmente non sono favorevole all’obbligatorietà, credo sia più importante spingere le persone a vaccinarsi con campagne e iniziative di sensibilizzazione forti”.
 
Un accenno finale, poi, al ddl Zan che sembra passare in secondo piano dopo settimane di acceso scontro: “Contiamo ancora di poterlo approvare così com’è, anche se è durata mesi la discussione ha sollevato tantissima attenzione nel Paese sulla problematica. C’è una clausola in tema di diritto d’opinione come qualcuno aveva richiesto, ognuno si spogli dalla propria ideologia di partito”.

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