ROCCAFORTE MONDOVÌ - Farinetti sull’affare Lurisia: ‘Non ho venduto l’anima al diavolo. Slow Food e Coca Cola? Si siederanno a un tavolo’

In un’intervista a Repubblica, il patron di Eataly rivendica la cessione della storica azienda cuneese alla multinazionale Usa e assicura: nessuna delocalizzazione

a.c. 20/09/2019 19:05


“Potrei dire che io personalmente non mi sono occupato dell'operazione e che Eataly in questo caso aveva altri soci e non poteva decidere da sola. Ma non sfuggo alle responsabilità: non sono contrario all'intesa e trovo l'ingresso della Coca-Cola in Lurisia una grande opportunità per l'Italia”: non si nasconde dietro a un dito Oscar Farinetti, il patron di Eataly, che attraverso il fondo d’investimento privato IdeA Taste of Italy è anche proprietario della storica azienda di Roccaforte Mondovì insieme a DeA Capital Alternative Funds SGR e alla famiglia Invernizzi.

Dalle colonne di Repubblica, intervistato da Ettore Livini, l’imprenditore albese risponde alle numerose perplessità suscitate dalla prossima acquisizione da parte della multinazionale americana della Acque Minerali Lurisia, annunciata con un comunicato lo scorso mercoledì 18 settembre: "Non ho venduto l'anima al diavolo. La cessione della Lurisia a Coca-Cola è un'ottima notizia per l'Italia. Le multinazionali non vanno demonizzate e bisogna lavorare con loro perché si comportino meglio".

Tra chi ha subito preso posizione contro l’acquisizione del marchio da parte di Coca Cola c’è Slow Food. Lurisia è un partner di lunga data dell’associazione enogastronomica fondata da Carlo Petrini, ma quest’ultima ha già annunciato con una breve nota che l’edizione di Cheese inaugurata oggi a Bra sarà l’ultimo evento di Slow Food a vedere una collaborazione tra i due soggetti. Farinetti dice di comprendere la scelta, ma di credere che in futuro le prese di posizione potranno venire attenuate: "Capisco la loro posizione. C'è l'evento "Cheese" in corso e non potevano fare altrimenti. Ma sono sicuro che tra un po' si siederanno a un tavolo con la Coca-Cola per parlare dello spirito dell'accordo e dei progetti del gruppo Usa. E poi vedremo".

Dal canto suo, dopo aver conosciuto i manager di Atlanta resta la convinzione che questi “sanno di avere una grande responsabilità sociale nei confronti dell'ambiente e del pianeta e si muovono di conseguenza. Hanno idee serie e sono molto rispettosi dei valori della Lurisia". Nessuna delocalizzazione in vista, assicura il tycoon dell’enogastronomia, perché Lurisia nel suo settore è “una piccola Ferrari” e Coca Cola non potrà che scegliere di valorizzarne le caratteristiche nel territorio in cui è insediata da sempre, salvaguardando lo stile e le radici tricolori del marchio.

Per Eataly, infine, i soldi incassati dalla cessione di Lurisia consentiranno l’apertura di sei nuovi punti vendita negli Stati Uniti: “E quei punti vendita diventeranno la vetrina per promuovere Oltreoceano il made in Italy della tavola, portando negli Usa i prodotti dei nostri artigiani, dei piccoli agricoltori e degli allevatori con cui lavoriamo da tempo. Un'opportunità che altrimenti non avrebbero mai avuto”.

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