CUNEO - Fauna selvatica, Cia Cuneo: "Bene la riforma proposta dal Ministro, ma il Parlamento decida in fretta"

I vertici provinciali dell'organizzazione agricola: "L'emergenza non è più sostenibile, molte aziende costrette ad abbandonare l'attività"

05/07/2025 08:17

"La riforma della legge sulla fauna selvatica è un’opportunità che non possiamo sprecare. Bene il Disegno di legge proposto dal ministro Lollobrigida, ma il Parlamento deve decidere in fretta, per porre fine a un’emergenza che in molte aree interne del Paese sta causando danni insostenibili alle aziende agricole, fino a costringerle ad abbandonare l’attività". Così il direttore provinciale di Cia Agricoltori italiani di Cuneo, Igor Varrone, al termine del confronto sul futuro della fauna selvatica organizzato oggi a Roma nella sede nazionale dell’Organizzazione agricola, con l’intervento del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Al centro del dibattito, la riforma della legge 157/92 sulla tutela della fauna selvatica, una normativa vecchia di oltre trent’anni e giudicata da tutti superata, in quanto palesemente non più rispondente alle mutate condizioni agricole, ambientali e faunistiche del Paese. Positive le prime valutazioni espresse dal presidente nazionale di Cia Agricoltori italiani, Cristiano Fini e dal presidente regionale di Cia Piemonte, Gabriele Carenini, referente nazionale dell’Organizzazione agricola per la fauna selvatica, sulla riforma proposta dal ministro. "Siamo davanti a una svolta epocale - osservano il presidente nazionale e quello regionale del Piemonte -, da parte di Cia c’è la massima disponibilità a lavorare insieme per cogliere appieno l’opportunità di riformare la materia, riconoscendo pari dignità alle esigenze di tutela ambientale e a quelle produttive". In particolare, tra le istanze di Cia accolte nel testo attuale del disegno di legge, spicca il riconoscimento del ruolo attivo degli imprenditori agricoli nel controllo della fauna selvatica, in primis dei cinghiali. Il ddl prevede, infatti, la possibilità per gli agricoltori, muniti di licenza venatoria e specifica formazione, di partecipare direttamente ai piani di contenimento, anche in contesti emergenziali, contribuendo da un lato a un presidio più capillare e tempestivo del territorio e, dall’altro, rispondendo alla richiesta del settore di strumenti operativi per difendere le colture e il bestiame e tutelare l’attività agricola. Positivo, per Cia, anche il potenziamento della funzione degli Atc (Ambiti territoriali di caccia), ai quali è affidato il compito di promuovere sinergie con il mondo agricolo e che potranno incentivare pratiche favorevoli al riequilibrio della fauna selvatica. Ora la parola passa al Parlamento: "Abbiamo chiesto l’istituzione di un fondo di compensazione e di procedure semplificate per il ristoro dei danni da fauna selvatica - rileva il responsabile provinciale dell’Area zootecnica di Cia Cuneo, Silvio Chionetti -; inoltre, servirebbe una cabina di regia nazionale, con rappresentanza agricola, perché la responsabilità del contenimento è ancora troppo frammentata tra enti diversi (Regioni, Province, forze di polizia, gestori delle aree protette) e quindi di scarsa efficacia; infine, occorre che le organizzazioni agricole siano maggiormente rappresentate nella governance e nella programmazione faunistico-venatoria". Non ultima, la questione della Peste suina africana, sollevata dal presidente Carenini: "Se fare in modo che i cinghiali non escano dalle zone infette è stato un buon provvedimento sanitario, bisogna compensare gli agricoltori che in quelle zone cuscinetto si sacrificano per tutti, subendo le conseguenze delle restrizioni. E poi, parallelamente alle attività di controllo e biosicurezza, è opportuno che anche nelle “zone rosse” si proceda con gli abbattimenti dei cinghiali, per evitare che il loro numero diventi incontrollabile".

c.s.

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