CUNEO - Ferrovie, il comitato pendolari Cuneo-Torino chiede il ripristino delle corse: “Basta scuse inutili”

“L’ultimo treno disponibile da Torino ora è quello delle 21,25” osservano i passeggeri. Rivendicazioni anche sulla Saluzzo-Savigliano e la Cavallermaggiore-Bra

Redazione 31/10/2021 11:55

 
Se anche fosse troppo presto per parlare di “post-Covid”, è fuori di dubbio che qualcosa in questo autunno è già cambiato: in particolare per quanto riguarda gli spostamenti di lavoratori e studenti, tornati alla normalità - o quasi - dopo i lunghi mesi della DAD e del lavoro da casa.
 
Eppure la provincia di Cuneo si è “svegliata” dal torpore forzato dei lockdown ancora più isolata di prima. Lo denuncia il comitato Gruppo Pendolari Cuneo-Torino, membro del Co.M.I.S. Coordinamento per la Mobilità Integrata e Sostenibile, che si dice “preoccupato della situazione del TPL e in particolare del trasporto ferroviario” e vista la ripresa delle attività sia lavorative che scolastiche e la diminuzione consistente dello smart working chiede il ripristino al 100% dell’offerta del trasporto ferroviario.
 
Tra i convogli desaparecidos spiccano due corse sulla linea Cuneo-Torino, il primo treno del mattino da Cuneo (partenza alle ore 4,21) e l’ultimo da Torino alle ore 23,25. Le ragioni di queste soppressioni sono ignote ai passeggeri: “Prima la scusa era la problematica del personale che non poteva fermarsi per motivi di sicurezza causa lockdown, questa situazione è terminata”. Manca l’utenza? “Poco credibile, probabilmente ci sarebbe la stessa di prima, il punto è che il bacino di Cuneo attualmente ha come ultimo treno disponibile da Torino il 21,25, e chi deve tornare dopo quell’ora deve per forza di cose utilizzare il mezzo proprio”. Un bacino di almeno 100mila persone, contando il capoluogo di provincia e il suo hinterland, è di fatto privato di collegamenti serali con il capoluogo regionale.
 
E cosa dire, allora, del servizio sulla Saluzzo-Savigliano e la Cavallermaggiore-Bra. Per entrambe le linee, fa notare il comitato, si aspettava che tornassero gli studenti. Bene, i ragazzi sono tornati: ma perché il trasporto non viene riattivato? “Le scuse della poca utenza e che mancano i fondi non sono più credibili” tuonano i pendolari, denunciando non solo il disagio patito da tanti utenti abituali delle strade ferrate ma anche il rischio che si crei “una disaffezione ulteriore all’utilizzo del trasporto pubblico, alimentata già da un servizio non sempre ottimale causato da una gestione del materiale non idoneo che causa sovraffollamento del mezzo”. Si citano ad esempio la corsa delle ore 19,24 da Cuneo alla domenica o quella delle 16,25 e delle 18,25 da Torino “che ultimamente sembrano composte solo da quattro carrozze. Tutto ciò va a discapito anche della sicurezza, considerando poi che i controlli a bordo treno non sempre vengono fatti, in stazione sporadicamente”.
 
In tempi di transizione ecologica, viene da chiedersi, cosa ci sarebbe di più auspicabile di un potenziamento del trasporto pubblico locale in luogo dell’attuale diminuzione dei servizi che comporta tra l’altro l’aumento del traffico su gomma e un esborso notevole di denaro, visti i continui rincari del carburante. I pendolari ricordano che già nel settembre di due anni fa il comitato ebbe occasione di esporre le sue rivendicazioni nel corso di un’audizione in commissione regionale: “Delle nostre richieste, nonostante fossero state ritenute tutte lecite da vari esponenti della commissione, nessuna ha avuto un seguito. Nessun intervento alle stazioni, nessun ripristino delle tratte sospese, nessun incremento della sicurezza , nessun piano di intervento o di sviluppo, nessun incontro”. Del resto si sta ancora ancora aspettando che venga rinnovato un contratto di servizio, origine probabilmente di tutti i mancati ripristini: “Forse si farà a dicembre, e ce lo auguriamo tutti, basta che sia un buon contratto atto a migliorare il servizio a beneficio di tutti”.
 
Nel frattempo i passeggeri si consolino leggendo dal telefonino le notizie sugli stanziamenti di fondi per politiche green e prevenzione dei contagi. A bordo di treni sempre più rari e sempre più affollati. “Bisogna agire per il bene del territorio. Basta scuse inutili” sbottano i portavoce dei passeggeri. Qualcuno li ascolterà?

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