BUSCA - Fondi locali agli sgoccioli, i comuni fanno appello a Roma

L’allarme del sindaco di Busca Marco Gallo sugli invasi: “Gli impianti di oggi sono stati realizzati quand’eravamo bambini . Bisogna andare avanti”

Eleonora Natilii 02/06/2022 16:51

Pubblicato in origine sul numero del 26 maggio del settimanale Cuneodice: ogni giovedì in edicola
 
In questo periodo di difficoltà che coinvolgono allo stesso modo cittadini, enti e imprese, la Provincia ha diramato ai comuni del territorio un ordine del giorno sul caro energia, gas e materiali.
 
Obiettivo di questo coro di giunte congiunte è quello di farsi sentire a gran voce in Regione, e poi, soprattutto, a Roma, nell’ottica del più siamo, meglio è, e spronare così il Ministero ad approvare un piano di fondi compensativi. “Gli analisti parlano di una tempesta perfetta”, commenta il sindaco Marco Gallo.
 
Stanno infatti avvenendo, in contemporanea, gli aumenti dei costi nel settore energetico, la diminuzione dei consumi da parte dei cittadini e le difficoltà nell’approvvigionamento alimentare. “Si sa che la crisi è globale - dice Gallo -. Anche a Roma non si possono fare miracoli, ma le politiche energetiche vanno aggiornate. Abbiamo perso il treno; ora dobbiamo recuperare”. Su questa dipendenza dagli aiuti statali, aggiunge anche che il territorio di Busca potrebbe coprire una percentuale importante del fabbisogno  energetico con politiche adeguate, riferendosi, ad esempio, alla costruzione di un impianto biogas e di una centralina idroelettrica, ma non solo. La Green Community della Val Varaita ha realizzato anche uno studio sulla progettazione degli invasi: piccole dighe usate per immagazzinare l’acqua piovana che al momento, purtroppo, ancora perdiamo.
 
Per un territorio quale il nostro, dall’economia prettamente agricola, poter correre ai ripari in situazioni di siccità come quella che si prospetta quest’estate è fondamentale, soprattutto considerato che a causa del cambiamento climatico capiterà con sempre maggior frequenza. Bisogna costruire qualcosa per raccogliere l’acqua e usarla poi nell’irrigazione. Qual è il grosso scoglio, allora? Quello di sempre, la burocrazia: “Gli impianti di oggi sono stati realizzati quand’eravamo bambini - aggiunge Gallo -. Bisogna andare avanti. Il clima sta cambiando troppo. Siamo già in ritardo, non perdiamo altro tempo”.

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