CUNEO - Francesca Nanni apre l’anno giudiziario a Milano: ‘‘Con il Covid emergono nuove figure criminose’’

L’ex procuratore capo di Cuneo al suo primo discorso dopo l’insediamento. Da Torino il grido d’allarme del pg Saluzzo: “Serviranno anni per recuperare i processi”

a.c. 30/01/2021 18:10

 
Prima inaugurazione dell’anno giudiziario da procuratore generale di Milano per Francesca Nanni, già capo della Procura di Cuneo tra il 2010 e il 2018.
 
La Nanni è la prima donna chiamata a dirigere l’attività delle toghe milanesi, nel ruolo che fu di Francesco Saverio Borrelli. Il suo insediamento è avvenuto appena cinque giorni fa, dopo la nomina decisa a maggioranza dal Csm in dicembre. Nel suo primo discorso di apertura dell’anno giudiziario, al pari dei colleghi di altre procure si è soffermata sulle inedite difficoltà che il diffondersi della pandemia globale ha posto di fronte al mondo della giustizia.
 
Con la pandemia del Covid si è accentuata la “percezione dell'importanza della scienza e della tecnica nella regolazione dei rapporti sociali, fenomeno rispetto al quale il mondo del diritto non può rimanere indifferente sia nell'individuare e perseguire nuove figure criminose, sia nell'elaborare strumenti e modalità adeguati alle nuove sfide”. Soprattutto in questi tempi, ha aggiunto, “si è diffusa una particolare attenzione alla salute dell'individuo” da tutelare nel lavoro, in famiglia e a scuola.
 
Un grido d’allarme è giunto nell’analoga cerimonia tenutasi presso la Corte d’Appello di Torino. Qui il pg Francesco Saluzzo ha sottolineato il fatto che le migliaia di processi persi nella fase 1 dell’emergenza e il recupero di quelli slittati in seguito “peserà per anni sul lavoro della Corte”. Un accenno di polemica nei confronti del governo ha riguardato la questione dei magistrati onorari, quei “cottimisti della giustizia” che attendono tuttora l’entrata in vigore della riforma Orlando per ottenere retribuzioni fisse e garanzie lavorative: “Il governo è intervenuto sui riders, ma non sui precari della giustizia. Ci vuole una legge che li tuteli” ha avvertito Saluzzo. Giudici e procuratori onorari, protagonisti poche settimane fa di una protesta contro alcune dichiarazioni del ministro Bonafede, sono le figure alle quali la giustizia subappalta il 50% delle udienze nei tribunali civili e l’80% di quelle penali di primo grado, senza però riconoscergli alcun diritto in materia di contributi previdenziali specifici, ferie retribuite, giorni di malattia o di maternità.

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