CUNEO - Fratelli Paschiero, l’eterno dibattito: “Un restyling non basta. Ma lo stadio deve restare lì”

L’assessore Fantino risponde all’interpellanza di Armellini: “Proviamo a intercettare il bando nel 2024. Oggi il Sudtirol fa la serie B con uno stadio da 5500 posti”

Andrea Cascioli 23/05/2023 10:55

Lo stadio di Cuneo? Brutto ma funzionale. Parola di un assessore allo Sport, Valter Fantino, che lo ha conosciuto anche in veste di cronista e tifoso prima di diventare - se così si può dire - il “padrone di casa”.
 
In Consiglio comunale torna a parlare una volta di più di quel che si potrebbe, dovrebbe, vorrebbe fare con l’impianto sportivo più glorioso ma anche più vecchio della città. Il condizionale è d’obbligo, dal momento che le idee non mancano ma i soldi sì, almeno per ora. Qui una novità all’orizzonte ci sarebbe: si tratta del bando Sport e Periferie del 2024, al quale Cuneo spera di partecipare. “Agli ultimi due bandi non potevamo partecipare, perché essendo nel Pnrr non potevamo cumulare” spiega Fantino, che mette in chiaro: “Un po’ di idee ci sono e spero a luglio di poterne ragionare in commissione. Non escludo demolizioni, se continuiamo a parlare di restyling continueremo a spendere soldi per avere qualcosa che non funziona”.
 
L’obiettivo non è quello di riprendere in mano l’idea della “cittadella dello sport” a San Rocco Castagnaretta: “Il discorso dello spostamento risale a quando Marco Rosso chiese di inserirlo nel piano delle opere, ma poi non abbiamo mai potuto ragionarne perché il Cuneo ha avuto un altro percorso”. Gentile eufemismo per definire il fallimento, una pagina ingloriosa culminata nella richiesta di rinvio a giudizio per l’ex patron biancorosso insieme al successore Bobo Lamanna, l’ex ad Oscar Becchio e l’ex dg Simone Baldassarre Sivieri. “Ci hanno parecchio presi per i fondelli” dice Fantino a denti stretti, memore anche di quanto accadde proprio nella sala del municipio, quando i consiglieri assistettero alla farsa progettuale di Res on Network: “Sono disponibile a sedermi al tavolo con chiunque, non certamente a ripetere quella ridicola sceneggiata” dice oggi l’assessore.
 
Quanto all’attuale “Fratelli Paschiero”, il giudizio è il medesimo già espresso nel novembre scorso: brutto ma funzionale, appunto, almeno per l’attuale categoria. “Sarà brutto da vedere da fuori e sarà poco attuale la tribuna, ma l’altra sera diluviava e vi garantisco che il fondo è stato drenante” afferma Fantino. Su questo una “tirata d’orecchie” arriva all’attuale dirigenza del Cuneo Olmo: “Che il Cuneo mi venga a dire che quando perdono è colpa del campo e quando vincono è merito loro non mi sta bene”. Anche perché alcuni “aggiornamenti” in realtà sono già stati fatti: “Nel 2010 abbiamo fatto due restyling incredibili degli spogliatoi e non si vedono nemmeno. Sono soldi che hanno consentito di fare la C1 e la C2 ed era un lavoro che è stato realizzato bene, tant’è che la Figc ci ha fatto i complimenti”. Quanto alle tribune, la colpa è dei lavori lasciati a metà prima di Italia ’90: “In quei tempi era più facile reperire i fondi, forse si doveva pensare a una tribuna più grande”.
 
Per Paolo Armellini di Indipendenti, autore dell’ultima interpellanza sul tema, “usiamo un eufemismo quando diciamo che lo stadio è fatiscente: è disastrato. Disastrato nella tribuna Monviso, negli spogliatoi, nei servizi pubblici”. Eppure “di treni ne sono passati: nel Consiglio scorso avevo parlato dell’eredità Ferrero, abbiamo disperso in tanti rivoli 1 milione e 320mila euro che potevano essere dedicati alla ristrutturazione dello stadio Paschiero”. Per il resto il consigliere di opposizione concorda con l’assessore: “Non vogliamo spostare lo stadio e vorrei che non si parlasse più di spostarlo al palazzetto dello sport. Le promesse faraoniche fanno brillare gli occhi dei tifosi ma preludono a scuse per non fare nulla”.
 
Fantino in questi mesi ha girato l’Italia in cerca d’ispirazione. Gli esempi di Chiavari e Frosinone, avanzati da Armellini, restano a suo giudizio poco pertinenti: “Noi non abbiamo la famiglia Stirpe e non abbiamo Antonio Gozzi, con tutto il bene che voglio all’attuale società”. Certo c’è il modello Bolzano, dove il Sudtirol ha ricostruito il Druso spendendo la bellezza di 20 milioni. Con quali soldi? Quelli della provincia autonoma (14 milioni) e del comune (6 milioni): miracoli dello statuto speciale, appunto. Resta il fatto che oggi il club bolzanino fa la serie B con un impianto da 5500 posti e pure questo è un segnale positivo: “Probabilmente anche la Figc sta iniziando a rendersi conto che è ora di essere meno schizofrenici, perché con tutte le richieste degli ultimi vent’anni sono fallite più di 220 società sportive”.

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