Le telecamere di Fuori dal Coro tornano in provincia di Cuneo, questa volta non per occuparsi di “ladri di case” o del giovane africano sceso in strada armato di coltello a Bene Vagienna. Il tema, meno controverso ma non meno scottante, è quello delle “visite fantasma” registrate dall’Asl e dall’ospedale di Cuneo. Gli inviati della trasmissione di Mario Giordano, andata in onda domenica sera su Retequattro, intervistano per prime - insieme alla consigliera Giulia Marro, che ha sollevato la questione in sede regionale - due delle pazienti che in questi giorni hanno segnalato le anomalie nelle prenotazioni. A una di loro veniva indicata la data del 26 dicembre, alle 5:52 del mattino, per una tomografia ottica. A un’altra, richiedente un’ecografia, veniva segnata la data del 28 agosto: entro i dieci giorni di tempo previsti, ma con l’indicazione - ormai nota - “la data non è reale. Verrà ricontattato, o inviato nella sede più opportuna, per appuntamento definitivo”. “Io sono stata contattata dopo una ventina di giorni” fa sapere la signora. La spiegazione che il direttore dell’Asl Cn 1 Giuseppe Guerra dà all’intervistatrice è quella già più volte ribadita dall’ente: “Questa data iniziale viene definita farlocca ma non è farlocca per un motivo tecnico: è la data che dice quando il paziente è stato inserito, poi c’è l’erogazione. Quello che importa è l’erogazione, quindi la data è perfettamente rispettata”. Uno slot virtuale, inserito perché il sistema informatico lo richiede, ma senza “drogare” i dati: “Difatti delle 110 mila prestazioni erogate con il Sistema Piemonte la sera, il sabato e la domenica, nessuna è stata inficiata dal sistema di prenotazione” aveva garantito l’assessore alla Sanità Federico Riboldi. Resta da capire perché il meccanismo sia stato adottato a Cuneo e non nel resto del Piemonte e perché la Regione, dopo le polemiche, lo abbia bloccato. “La Regione ci ha chiamato in questi giorni dicendo che si dovevano fare verifiche. Attendiamo l’esito delle verifiche ma nel frattempo siamo sereni” dice a questo proposito il commissario dell’ospedale Santa Croce e Carle Livio Tranchida. Sorge un problema ulteriore, perché da allora - sono passati dieci giorni - risultano bloccate le prenotazioni: “Ci hanno chiamati e ci hanno detto: non riusciamo più a prenotare le visite” fa presente l’inviata di Retequattro. Risponde Tranchida: “Da quando la Regione ci ha detto di fermarci, ci siamo riorganizzati”. Sui tempi e le modalità della riorganizzazione, però, ad oggi nessuna certezza.