CUNEO - Generare un figlio significa necessariamente lasciarlo andare

Nella rubrica 'Il Punto' il complesso e delicato tema della maternità, che verrà affrontato anche in un incontro online

Elena Rittano 09/05/2020 11:41

Da piccola leggevo in camera da sola e avevo una sorta di timore di uscire. Non so esattamente perché, però il mondo fuori mi spaventava. Non mi sono mai sentita così capace a relazionarmi, forse perché non ne ero abituata… Sognavo però grandi gruppi di amiche, uscite in allegria… solo che poi, tra uscire e rimanere a casa, preferivo la seconda. Mia mamma era spesso triste e mi angosciava rimanere in casa, ma allo stesso tempo non avevo il coraggio di uscire. I libri mi aiutavano a svagarmi” Come sei stata guardata da tua madre? Che esempio è stata per te? L’esperienza della maternità passa necessariamente da quella di figlia.
 
Sin dai primi giorni di vita il primo contatto con il mondo avviene attraverso le mani e gli occhi della madre: lo sfioramento, il calore della pelle, la cura nel lavaggio, la delicatezza nell’atto del cullare, lo sguardo durante il pianto e durante l’allattamento.
 
Come la madre guarda un figlio e come lo contiene, veicola un messaggio profondo rispetto al suo valore come essere umano. Ma non solo. Gli occhi della madre sono lo specchio del mondo: la realtà fuori è pericolosa? Mia madre ne è spaventata? Il mondo fuori è interessante? Mia madre è curiosa? Lo sguardo che la madre rivolge al mondo è il primo verbo che il figlio interiorizza. Crescere con alcuni significati piuttosto che altri, inevitabilmente, porterà l’individuo a percepirsi come amabile o non amabile e a porsi nelle relazioni sociali in modi più o meno efficaci e gratificanti. Diventare madri apre al futuro, ma al contempo riapre le porte del passato:“dove c’è più luce, l’ombra è più nera” (W.J.Goethe).
 
Decidere di mettere al mondo un figlio è un atto coraggioso e responsabile che necessita in primis di una presa di cura di sé e delle proprie ferite, per poter affacciarsi all’Altro con occhi e mani desiderose di donare il messaggio più grande: la libertà di essere, la libertà racchiusa in una nuova vita che ha solo bisogno di
sbocciare, senza la responsabilità di riparare o guarire la storia di un altro. Generare un figlio significa necessariamente lasciarlo andare. La maternità è un tema molto complesso e delicato che affronterò online in un incontro gratuito in collaborazione con la Libreria Stella Maris. Per info www.elenarittano.it oppure
cuneostellamaris@operegiocesicuneo.it

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