CUNEO - Gli alberghi della Granda 'pagano' il Coronavirus: 'Cancellato il 70 per cento delle prenotazioni'

Il vicepresidente regionale di Federalberghi Giorgio Chiesa: 'Anche in provincia di Cuneo una consistente ondata di cancellazioni, ma dobbiamo reagire con lucidità, senza alimentare il panico'

a.d. 25/02/2020 10:05

Probabilmente il settore degli alberghi e delle strutture ricettive è quello che più di tutti sta subendo il contraccolpo di quest'emergenza legata al Coronavirus: a partire da domenica abbiamo registrato una consistente ondata di cancellazioni. Circa il 70% delle prenotazioni, sia dall'estero che dall'Italia, è stato annullato”. A parlare è Giorgio Chiesa, titolare dell'Hotel Lovera Palace di Cuneo e vicepresidente di Federalberghi Piemonte. L'emergenza Coronavirus, insomma, inizia a far sentire i suoi effetti concreti sull'economia anche nella Granda, nonostante al momento non ci siano nella nostra provincia casi accertati di contagio.
 
Una situazione analoga a quella che si registra a livello nazionale, evidenziata ieri dal presidente nazionale dell'associazione Bernabò Bocca: “Il danno d'immagine si è già trasformato in danno economico. Al contrario di quel che si potrebbe credere, non siamo in bassa stagione: per alcune aree del paese, questo è un periodo di intensa attività. Penso ad esempio al carnevale, alle settimane bianche, alle gite scolastiche e ad importanti manifestazioni fieristiche”.
 
Il settore sta risentendo pesantemente della cancellazione degli eventi, effetto dell'ordinanza emanata da Regione Piemonte e Ministero della Salute domenica 23 febbraio, anche in provincia di Cuneo: “Per quanto riguarda il mio albergo, - spiega Chiesa - in questi giorni avremmo dovuto ospitare molti medici, in città per il convegno sulle malattie del pancreas che avrebbe dovuto tenersi il 28 e il 29 febbraio, che però è stato cancellato. Ho parlato con molti miei colleghi e anche loro si trovano nella medesima situazione”.  Una situazione che secondo Chiesa è conseguenza anche della paura che si è diffusa tra la popolazione con una rapidità ben superiore a quella del Coronavirus: “Penso che a tutti i livelli – conclude il vicepresidente degli albergatori piemontesi – non si sia fatto abbastanza per evitare il panico e la psicosi. Dobbiamo affrontare questa situazione in maniera unitaria e con lucidità, a partire dalle istituzioni e dai media: sicuramente stiamo attraversando un momento non semplice, ma credo si sia creato un panico eccessivo, non siamo in guerra”.

Notizie interessanti:

Vedi altro