CUNEO - “Gli albesi sono venuti a grattarci il tartufo sulle castagne”

La riflessione del consigliere cuneese Boselli (Indipendenti) sulla provincia a “due velocità”: “Alba ci ha fatto un c… così”

Andrea Cascioli 19/10/2025 11:25

È sempre la solita storia, quella della provincia “a due velocità”: dove una parte, quella ad est, organizza eventi enogastronomici di richiamo planetario come la Fiera del Tartufo o kermesse come il Pavese Festival e Attraverso, stringe accordi con le agenzie dell’Onu, festeggia i riconoscimenti e racconta sé stessa anche al cinema (si pensi al recente “Trifole”) e nei podcast - Mario Calabresi ne ha appena realizzato uno sul mondo dei trifulau. L’altra parte, quella che guarda le montagne, un po’ invidia e un po’ cerca di imparare. “Possiamo far finta di niente per imbarazzo e anche un po’ di vergogna. Non è mai stato evidente come in questi giorni il divario crescente tra Alba e Cuneo” dice il cuneese Giancarlo Boselli, capogruppo di Indipendenti, nella sua “nota gialla”. Nelle vesti del grillo parlante di Pinocchio, l’esponente dell’opposizione civica aggiunge: “Sono venuti a grattarci il tartufo sulle castagne alla Fiera del marrone e a raccontarci, devo dire cercando di non metterci troppo in imbarazzo, come si diventa capitale dell’arte contemporanea, come si ottengono i riconoscimenti Unesco, come si parte per primi con i medici del territorio e come si dà prestigio all’ospedale (che pur ne ha viste di belle) e alla sua Fondazione”. Non che Alba non abbia, beninteso, i suoi “badò”. Specie sul piano trasportistico - una croce per la provincia intera - dove l’autostrada aspetta ancora l’ultimo miglio e i collegamenti ferroviari, compresi quelli con l’aeroporto di Torino, ricordano a pendolari e turisti che tutto il mondo è paese, almeno in Italia. Ma l’allure langarolo affascina e conquista, anche molto al di là dei confini provinciali: difficile, per i cuneesi, non vedere l’assegnazione del titolo di capitale italiana dell’arte contemporanea ad Alba come un contrappasso della mancata conquista della capitale italiana del libro (Cuneo ci credeva parecchio e aveva tutte le carte in regola, compresa una nuova biblioteca all’avanguardia). “Alba ci ha fatto un c… così - sintetizza Boselli, senza preoccuparsi delle forme - e mica perché ha intorno il vino, la trifola e i rocher. Ha soprattutto intelligenza. Mica gli interessa di diventare capoluogo di provincia. Mica gli serve. E la nostra Cuneo? Forse è ora che alzi un po’ la testa? Che si svegli e ritrovi il ruolo che gli spetta con forza e ambizione in tutti i campi”. Già, ma come?

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