CUNEO - I croati s'inventano il 'Prosek' e l'Ue dà il via libera, Bergesio non ci sta: "Un sì vergognoso"

La decisione apparirebbe in contrasto con quanto stabilito dalla Corte di Giustizia Europea, che ha sentenziato che le evocazioni dei prodotti non possono essere imitate

Redazione 14/09/2021 08:29

 
"Inaccettabile il via libera dell’Ue al “Prosek” croato, che rischia di rovinare il record storico dell’export nel mondo fatto segnare quest’anno dal Prosecco, cresciuto del 35% nei primi 6 mesi del 2021”.
 
Così il senatore Giorgio Maria Bergesio, capogruppo Lega-Salvini Premier in Commissione Agricoltura, commenta il semaforo verde, confermato in questi giorni dalla Ue, alla richiesta della Croazia di protezione della menzione tradizionale “Prosek”. Una decisione che appare inoltre contraddittoria con quanto stabilito pochi giorni fa dalla Corte di Giustizia Europea che ha sentenziato che anche le evocazioni dei prodotti, e non solo i prodotti stessi, non possano essere imitate.
 
Sulla questione gli eurodeputati italiani avevano presentato un’interrogazione a prima firma Rosanna Conte, Lega, che ha fatto seguito ad una lettera che la delegazione della Lega in Parlamento Europeo aveva inviato a luglio. Lo stesso Ministero delle Politiche Agricole si è già opposto a questo riconoscimento, anche appellandosi ai principi di tutela espressi dalla Corte Europea in casi analoghi come quello, recente, dello “Champanillo”.
 
“Sacrosanta la presa di posizione del Mipaaf, a cui mi associo - commenta ancora il senatore Bergesio -. La decisione della Commissione Europea sul riconoscimento dell’indicazione geografica protetta del vino croato Prosek è scandalosa e ancora una volta colpisce la nostra agricoltura e la nostra economia. Il nostro Paese deve opporsi in ogni modo e in tutte le sedi opportune. Occorre tutelare il lavoro di aziende e addetti che hanno fatto del Prosecco uno dei punti di forza delle nostre produzioni, famoso ed apprezzato in tutto il mondo”.
 
Primo acquirente del Prosecco italiano sono gli Stati Uniti, quest’anno con un incremento del 48%. Ma l’aumento maggiore delle vendite si è verificato in Russia, che ha fatto registrare più 115%. Valori in crescita anche in Germania (+37%), Francia (+32%) e persino Gran Bretagna (+3%). Un successo che rischia di essere gravemente compromesso dalla recente decisione dell’Unione europea.

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