CUNEO - I diritti d'autore "si sdoppiano", sanzionata la Birrovia: "Allestite una piattaforma comune"

L’appello del titolare del locale di Cuneo Michele Trapani a Siae e Lea: “Battaglia che faccio per tutti quelli che con la musica ci lavorano"

Micol Maccario 09/02/2023 08:13

Michele Trapani, titolare da sette anni della “Birrovia” all’ex stazione Gesso di Cuneo, è stato sanzionato della Lea (Liberi editori italiani), concorrente della Siae (Società Italiana degli Autori ed Editori). 
 
La questione si trascina ormai dalla metà di dicembre. La legge da luglio scorso prevede che Lea sia detentrice di diritti d’autore in esclusiva, prima di quella data lo faceva con Siae. Insieme, Lea e Siae, avevano redatto un documento sulle modalità da seguire”, spiega Trapani. “Nel mio caso da dicembre ho cominciato a ricevere telefonate in cui mi si richiedeva di inviare dei borderò per verificare che non ci fossero delle canzoni Soundreef”, che è gestore indipendente di diritti d’autore. In Italia è Lea che gestisce l’attività e la riscossione dei diritti d’autore per Soundreef.
 
Dopo la legge “mi auguravo che si provvedesse a creare anche una piattaforma comune”, ma non è stato fatto; quindi, i gestori devono “sempre richiedere il borderò al dj o al gruppo che suona e restituirlo sia a Siae che a Lea”. Al gestore della Birrovia è stato recapitato un avviso in cui Lea, in seguito a un controllo sui borderò, affermava di aver riscontrato l’utilizzo di brani del suo repertorio in quattro serate. Il risultato è un conto di circa 420 euro da pagare. Trapani quindi ha chiesto che gli venissero presentati i brani in discussione e, dopo alcuni solleciti, ha ottenuto risposta.
 
In seguito, Lea ha offerto al titolare della Birrovia “prima una proposta da circa 1245 euro all’anno per dimenticare tutto”. Poi, tramite il Sindacato italiano locali da ballo (Silb), è arrivata una nuova proposta: “Un accordo da 900 euro per tre anni. Se io verso 900 euro a Lea loro mi lasciano stare, non avrò più bisogno di mandare borderò a Lea, sono a posto, non dovrò più preoccuparmi di nulla”. Prima, quindi, la sanzione. Poi, con un piano annuale, tutto dimenticato: “Ma questa problematica non è solo mia. Molti pagano e stanno zitti”.
 
Al contempo dovrà continuare a pagare la Siae perché la Società Italiana degli Autori ed Editori “non fa questi pacchetti personalizzati. Se Lea si fa avanti con una proposta del genere non capisco perché Siae continui a far pagare i diritti d’autore come se nulla fosse. Facendo così, Lea, mette in condizioni Siae di avere delle grosse critiche. Per me, inoltre, rappresenta un costo in più che di principio non ci dovrebbe essere. Se, in teoria, in una serata metto dieci brani e, di questi, otto sono Siae e due Soundreef, dovrei pagare di conseguenza”.
 
La scelta per Michele Trapani è obbligata. Ad oggi, sta attendendo una conferma dell’accordo e, in seguito, accetterà. “Sono obbligato, sennò continuano ad arrivarmi questi 400 euro da pagare”. Secondo il titolare sarebbe necessario che anche le grosse strutture da ballo si muovessero. “Da solo non si fa niente e a loro 900 euro non cambiano nulla, per questo pagano. È una questione di principio che dovrebbe essere affrontata”.
 
Quello che Trapani chiede è che le cose vengano fatte in un altro modo. Secondo lui, sarebbe necessario allestire una piattaforma comune in cui i borderò sono controllati dagli uni e dagli altri e poi lui pagherebbe di conseguenza.
 
Questa piccola 'battaglia' non la faccio soltanto per me ma per tutti coloro che, come me, con la musica ci lavorano con passione e danno la possibilità a chi ne fa professione o profondo hobby, di poterla esercitare davanti a un pubblico e come nel mio caso gratuitamente. - si legge sul suo profilo Facebook - Ma se continuiamo a dire sì e basta e a rendere solitaria una voce… allora non serve a nulla e non servirà un giorno a lamentarsi. I diritti d’autore sono sacrosanti… ma se calcolati e ripartiti nella giusta maniera”.
 
Poi l’appello: “Siae - Lea, per cortesia, metteteci nelle condizioni migliori affinché tanti gruppi e tanti dj possano continuare a esibirsi nei nostri locali per il bene della musica”.
 

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