CUNEO - I giorni della merla i più freddi dell'anno? Macchè

Martedì e mercoledì sembrava di essere in pieno aprile. Le massime di una volta non rappresentano più la nostra realtà: una riflessione su dove stiamo andando è d'obbligo

30/01/2020 10:50

Il 29, 30 e 31 gennaio sono i giorni della merla, ossia i giorni più freddi dell'anno. Si tratta di un detto molto noto in provincia di Cuneo e nel Nord Italia, anche se privo di qualsiasi prova scientifica. Anzi, è stato smentito dalla realtà dei fatti: alle nostre latitudini nei tre giorni finali del primo mese dell'anno non si registrano temperature particolarmente basse da decenni.

Gli ultimi giorni di gennaio 2020 sono stati ancor più in controtendenza rispetto alla tradizione, alla faccia della Merla. Martedì e mercoledì sembrava di essere in pieno aprile, con punte tra i sedici e i diciassette gradi centigradi.

Numeri che farebbero impallidire Greta Thunberg, ma che invece dovrebbero far riflettere i cosiddetti ‘negazionisti’ dei cambiamenti climatici. Sarebbe certamente sbagliato considerare un dato territoriale raffrontandolo al surriscaldamento globale, ma se questo può aiutarci a convincerci della gravità del processo ben venga.

“Una leggenda popolare arrivata fino ai giorni nostri, vuole protagonista una merla dalle piume bianche che, rischiando di morire a causa del gelo invernale, negli ultimi tre giorni di gennaio trovò un caldo riparo nel comignolo di una villa. Quando, all’aumento della temperatura ne uscì, era ormai il mese di febbraio e a causa della cenere che l'aveva ricoperta completamente, era diventata nera. La tradizione vuole che siccome si trattava dell'unica merla sopravvissuta, da quel giorno, tutti i merli ebbero sempre il piumaggio scuro”.

Da tempo le massime di una volta sembrano non trovare più riscontri nella nostra quotidianità, o forse, per dirla meglio, non rappresentano più la nostra realtà (neanche per sommi capi). Oggi i giorni della merla sono tre giornate di temperature anomale, dove passiamo il tempo a ricordarci del “freddo che fu”, magari con gli anziani che ricordano qualche episodio piacevole. Negli anni passati i nostri nonni di tradizione contadina, attraverso la saggezza popolare, riuscivano (almeno in parte) a prevedere ciò che sarebbe successo in un determinato momento dell’anno. Oggi invece detti e proverbi non riescono più a consolidarsi, tant’è che il domani è già qui.
 
Ogni tanto fermarsi a riflettere sui cambiamenti avvenuti negli ultimi anni dovrebbe aiutarci a capire in che direzione stiamo andando. E cambiarla.

Samuele Mattio

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