CUNEO - ''I ristoratori non sono degli untori, necessaria più attenzione ai tempi delle chiusure e ristori cospicui''

L'intervento del presidente dell'associzione Albergatori ed Esercenti turistici Cuneo Giorgio Chiesa in difesa del mondo della ristorazione

Redazione 02/03/2021 12:25

“I ristoratori non sono degli untori, un termine che fortemente rigettiamo. Purtroppo va evidenziato, quale esempio generico, che per una serie di concause spesso i tempi con cui ci vengono comunicate le variazioni di colore - che inevitabilmente comportano oggettivi problemi gestionali - sono ridicoli. Tante sono le cose che possono esser migliorate per dare respiro”.
 
Non le manda a dire il presidente dell’Associazione Albergatori ed Esercenti Turistici di Cuneo e Provincia, Giorgio Chiesa, intervenuto con una nota per esprimere la sua vicinanza al mondo della ristorazione. Un mondo in sofferenza, come anche lo sono in forma diversa gli alberghi, i bar, le agenzie di viaggio, i campeggi, i locali da ballo e spettacolo e più in generale il comparto della montagna.
 
“Una sofferenza che deriva da una pandemia di immani proporzioni che colpisce a vario livello tutto il comparto rappresentato dall’associazione. Il mondo della ristorazione non si lamenta in modo fine a sé stesso, ben comprendendo che è vittima del momento. Ma non per questo il comparto va abbandonato”, dice.
 
“Gli esercenti si sono adoperati in tutto e per tutto al fine di adeguarsi alle varie normative ed hanno investito in questo risorse - continua il rappresentante dell’associazione di categoria -. Malgrado ciò a volte accade che ci sia chi tra gli avventori chi crea assembramenti che di fatto penalizzano i gestori. Ragione per la quale il mondo della ristorazione ne patisce. Oltre a rigettare con forza il termine di ‘’untori’’ si chiede quindi una maggior attenzione alle tempistiche che stabiliscono norme a seconda del colore, si chiedono ristori adeguati parametrati ad altri Stati membri dell’Unione Europea. E’ noto che in alcuni Paesi i ristoranti siano altrettanto chiusi, per periodi persino più lunghi dei nostri. Ma di contro in questi Paesi i ristori riservati sono puntuali e cospicui. Di certo ben maggiori rispetto a quel poco che fino ad oggi è arrivato a noi. Chiediamo anche politiche di vaccinazione adeguate, celeri e rispondenti alla necessità di giungere ad una sorta di immunità di gregge che consenta a tutto il comparto turistico, non solo alla ristorazione, di riprendere a operare come tutti si aspettano. E tutto quanto il Governo può e vorrà fare per dare ossigeno, quell’ossigeno che il virus priva non solo a coloro che si ammalano ma anche all’economia”.
 
"La cultura dell’enogastronomia è uno dei fiori all’occhiello del turismo e non solo di quello - conclude - Facciamo in modo che non muoia. Facciamo in modo di preservarla, sostenendola”.

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