CUNEO - I sanitari piemontesi "no vax" disertano il confronto organizzato da Dirmei e Ordine dei Medici

In sala presenti solamente due persone. Il commissario dell'Unità di Crisi regionale Antonio Rinaudo: "Occasione sprecata"

Antonio Rinaudo - foto Ansa

Redazione 28/07/2021 15:06

I medici contrari al vaccino hanno disertato il confronto organizzato all'Ordine dei Medici di Torino e dal Dirmei. Un faccia a faccia che era in programma ieri, martedì 27 luglio nel capoluogo regionale, ma che di fatto - riferisce l’Ansa - non c'è stato, con una sala praticamente vuota.
 
Sul palco c'erano il commissario dell'Unità di Crisi regionale Antonio Rinaudo, il direttore della Scuola di specializzazione in Malattie infettive dell'Università, Giovanni Di Perri, e il presidente dell'Ordine dei Medici e Odontoiatri di Torino, Guido Giustetto. Tra gli invitati anche i 600 operatori sanitari che hanno fatto ricorso al Tar contro l'obbligo vaccinale: nessuno di loro si è presentato all’appuntamento. C'era invece l'avvocato penalista Gianfranco Ferreri, che afferma di assistere un numero sempre più crescente di professionisti che non si sono vaccinati: "Mi pare evidente che ci saranno dei ricorsi", ha commentato. Collegati d remoto 15 operatori, ma solo due hanno preso la parola per pochi minuti.
 
L’unico medico non vaccinato presente in sala (“Perché soffro di asma”) si è invece prestato al confronto. Si tratta di un medico di famiglia: "Non ho mai detto ai miei pazienti di non vaccinarsi ed io stesso ho fatto quelli tradizionali. Quello che manca è un protocollo e servono dei chiarimenti". "Gli assenti hanno sempre torto. - commenta Rinaudo - Spiace che per vari motivi, chi non si è vaccinato abbia sprecato questa occasione di confronto. Che il vaccino sia efficace lo dimostrano i numeri. Chi esercita la professione non può esimersi dal vaccinarsi".
    
"Mi aspettavo una sala piena, visto il numero di quelli non ancora vaccinati", sottolinea Guido Giustetto, che aggiunge: "Crediamo sia giusto prima che si proceda con le sanzioni, cercare un dialogo con questi colleghi, provando a discutere insieme le ragioni per cui vaccinarsi e i motivi del loro rifiuto. I casi sono in aumento, ma soprattutto tra i non vaccinati”. 
 

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