CUNEO - "I servizi essenziali non si chiudono e la scuola lo è": a Cuneo la nuova protesta contro la DaD

Insegnanti, genitori e bambini hanno manifestato stamattina in via Roma, di fronte al municipio: ''Governo e istituzioni non hanno fatto abbastanza''

a.d. 08/03/2021 12:05

Dopo la protesta di venerdì scorso, il mondo della scuola cuneese è tornato a manifestare contro la Didattica a Distanza. L’iniziativa è andata in scena stamattina, lunedì 8 marzo, di fronte al municipio di Cuneo in via Roma. Circa un centinaio di persone - genitori, bambini, insegnanti - si sono ritrovate per esprimere rumorosamente il loro dissenso contro la nuova sospensione delle lezioni in presenza con striscioni e manifesti: “DaD, Dimenticati a Domicilio”, “La scuola è a scuola”, “Il computer non è una maestra”, alcuni degli slogan esposti.
 
I servizi essenziali non possono essere chiusi, e la scuola è un servizio essenziale, esattamente come un negozio di alimentari, una banca, una farmacia”, ha detto Sara Marchisio, tra le organizzatrici dell’iniziativa: “La scuola in presenza è cultura, educazione, crescita. È necessario trovare un modo per continuare le lezioni in presenza e in sicurezza. La nostra è un’onda che sta salendo a livello nazionale, il nostro disagio è quello di migliaia di persone, anche quelle che oggi non possono essere qui con noi. Oggi peraltro è l'8 marzo, la Festa della Donna: molte donne e molte famiglie hanno ricevuto in regalo una situazione difficilissima da gestire, con i figli nuovamente a casa in DaD”. "Da un anno ci viene detto che le persone anziane sono quelle più deboli, ora, con i contagi che risalgono, molti di noi sono costretti a lasciare i figli con i nonni praticamente ogni giorno e per ore, mi sembra senza senso", ha affermato uno dei papà presenti in via Roma.
 
Dopo gli interventi di alcuni genitori che hanno portato le testimonianze delle difficoltà nel gestire il ritorno alla Dad, ha preso la parola anche Sara Masoero, la professoressa che dallo scorso 17 novembre aveva protestato tenendo le sue lezioni sotto i portici di corso Giolitti, di fronte ai licei. La sua protesta, interrotta a gennaio, riprenderà da domani al Parco della Resistenza: “Non sono state mantenute le promesse, il Governo e le istituzioni non hanno fatto abbastanza per difendere la scuola: non sono stati potenziati adeguatamente i trasporti, non sono stati distribuiti sufficienti termoscanner per la febbre. È ora di finirla di scaricare tutte le colpe di questa situazione sui cittadini e in particolare sui giovani: non sono loro i nuovi untori”.
 
Chi si farà carico del disagio psicologico che questa situazione sta provocando nei giovani? Chi si occuperà della dipendenza dai social network e dalla tecnologia a cui li stiamo esponendo?”, ha poi proseguito Sara Marchisio. 
 
In settimana, probabilmente nel pomeriggio di mercoledì, una delegazione di insegnanti e genitori incontrerà il presidente della Provincia Federico Borgna per portargli le istanze dei manifestanti, poi - ha riferito ancora Sara Marchisio - si proverà a contattare, e se possibile a incontrare, anche il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio: tra le richieste per difendere l’insegnamento in presenza un potenziamento dei trasporti pubblici, ingressi scaglionati e turnazione delle classi.  

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