CUNEO - I sindacati appoggiano la proposta di Chiara Gribaudo: ‘Servono più ispettori del lavoro in provincia’

Secca risposta dei confederali alle associazioni datoriali: ‘Stupisce la contrarietà delle imprese. Morti e infortuni sul lavoro sono in drammatico aumento’

Redazione 04/05/2020 17:16

 
Si dicono “francamente stupiti della posizione delle associazioni datoriali della nostra provincia in merito all'ipotesi di assunzione di ispettori del lavoro su tutto il territorio nazionale” i rappresentanti cuneesi di Cgil, Cisl e Uil, intervenendo nel dibattito innescato da un intervento della deputata dem Chiara Gribaudo in occasione della festa del Primo Maggio.
 
La vicepresidente dei deputati del Partito Democratico aveva manifestato dalle colonne de La Repubblica la volontà di caldeggiare presso il governo l’assunzione di diecimila nuovi ispettori del lavoro, da mettere a disposizione delle Asl in vista della ‘fase 2’ dell’emergenza Covid-19. Un’eventualità contro la quale si sono scagliate tutte le associazioni datoriali della provincia Granda: “Cosa dobbiamo fare per difendere la nostra dignità e non sentirci chiamare colpevoli ancora prima di iniziare a lavorare?” si legge in un comunicato congiunto dei presidenti di Confindustria, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative e Confagricoltura.
 
Una presa di posizione che non è piaciuta ai confederali, intervenuti a loro volta per manifestare sostegno alla proposta della deputata borgarina: “I morti, gli infortuni sul lavoro, le malattie professionali sono in drammatico aumento, parliamo ormai di una vera e propria strage: sono i numeri purtroppo a dirlo. Ha ragione il presidente Mattarella: la sicurezza sul lavoro è una priorità sociale e non si possono accettare passivamente le tragedie che si ripetono. Per aumentare la sicurezza sul lavoro è necessario rafforzare le funzioni ispettive e di prevenzione negli ispettorati e nelle ASL, nei vigili del fuoco, il che significa assunzioni e risorse”.
 
Lo scorso novembre i rappresentanti dei lavoratori nella provincia di Cuneo avevano organizzato un'iniziativa sulla sicurezza e denunciato che dall'inizio dell'anno c'erano già stati 19 morti sul lavoro (la provincia di Torino, con quattro volte più abitanti, aveva quasi lo stesso numero di morti). “Avevamo chiesto il rafforzamento degli ispettorati del lavoro, - prosegue la nota di Cgil, Cisl e Uil - tanto più in un sistema come quello cuneese fatto di piccole e medie imprese, contrastando la logica dell'appalto, del subappalto e della precarietà che sono le cause principali della crescente insicurezza per chi lavora. La sicurezza è una responsabilità che deve interrogare tutti: lavoratori, sindacato, organizzazioni datoriali, imprese e istituzioni”. Soprattutto “di fronte ad un virus pericoloso e letale come quello di questi giorni, assumere ispettori del lavoro in provincia di Cuneo non riuscirebbe nemmeno a coprire le carenze attuali di organico in un territorio vasto come la provincia di Cuneo, ma andrebbe nella giusta direzione”.
 
I sindacati ricordano come nella prima fase dell’epidemia fossero stati indetti scioperi per ottenere il rispetto dei protocolli di sicurezza. Scioperi poi rientrati, si sottolinea, perché i rappresentanti dei lavoratori e i datori hanno trovato un'intesa: “Quindi, - concludono gli autori del comunicato - non capiamo la posizione espressa dai rappresentati delle imprese in quanto la stragrande maggioranza delle aziende lavora in sicurezza, sottoscrive con i rappresentanti dei lavoratori i protocolli previsti, lavora e fa lavorare rispettando la salute e la sicurezza. Poi, come sappiamo tutti, ci sono realtà dove la sicurezza e la salute dei lavoratori non è rispettata e queste situazioni vanno denunciate e ricondotte al rispetto delle norme, anche e soprattutto da un sistema sano (istituzioni, imprese e sindacato) come quello cuneese”.

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