CUNEO - I sindaci non potranno più bloccare il 5G: colpo di spugna del governo con il decreto Semplificazioni

Stop a ordinanze e delibere sulla nuova tecnologia telefonica, che aveva suscitato contrarietà anche in alcuni comuni della provincia di Cuneo

Andrea Cascioli 23/07/2020 11:05

 
Stop alle ordinanze anti 5G dei comuni: la novità viene dal decreto Semplificazioni appena varato dal governo, che modifica le disposizioni della legge 36 del 2001 dove si delegava alle amministrazioni comunali la possibilità di scegliere se procedere o meno all’installazione delle antenne di telefonia mobile.
 
In base alla nuova norma, contenuta nel titolo dedicato alle “semplificazioni in materia di attività d’impresa, ambiente e green economy”, i sindaci potranno ora adottare regolamenti “per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici con riferimento a siti sensibili individuati in modo specifico, con esclusione della possibilità di introdurre limitazioni alla localizzazione in aree generalizzate del territorio di […] reti di comunicazioni elettroniche di qualsiasi tipologia”. In altre parole, sarà possibile adottare regole per minimizzare l’impatto delle nuove installazioni ma non escluderne la realizzazione.
 
Secondo Wired sono già 431 le amministrazioni locali che attraverso ordinanze e delibere hanno deciso di bloccare l’installazione delle reti 5G: una presa di posizione trasversale che coinvolge 4,5 milioni di cittadini, ossia un italiano ogni tredici. In provincia di Cuneo il tema ha suscitato la contrarietà di un gruppo di sindaci guidati da Franca Biglio, presidente ANPCI e primo cittadino di Marsaglia, che insieme ai colleghi di Cerretto Langhe, Isasca, Roascio, Sambuco, Trezzo Tinella e Valloriate ha aderito il mese scorso a una protesta anti 5G in piazza Galimberti. Prima di loro era già stato il sindaco di Monastero Vasco, Giuseppe Zarcone, a proibire l’installazione di antenne per la telefonia di nuova generazione sul territorio comunale, mentre nel settembre scorso il Consiglio comunale di Cuneo ha votato all’unanimità un ordine del giorno proposto dal consigliere Beppe Lauria col quale si chiedeva alla giunta una ‘moratoria’ sul 5G in attesa di ulteriori riscontri che possano fugare il dubbio di possibili rischi per la salute dei cittadini.
 
Il 5G è uno standard di nuova generazione per la comunicazione mobile che andrà sostituire progressivamente il 4G e sarà incluso negli smartphone di nuova generazione e soprattutto nei tanti oggetti connessi (il cosiddetto Internet of things) destinati ad aumentare sempre più di numero (elettrodomestici, auto, semafori, lampioni, cassonetti). Una delle caratteristiche principali di questa rete è permettere molte più connessioni in contemporanea, con alta velocità e tempi di risposta rapidi. Al momento sono dieci grandi centri urbani (tra cui Milano, Torino, Bologna, Roma, Firenze e Napoli) hanno avviato la sperimentazione, ma la società di consulenza Ernst & Young stima che la tecnologia dovrebbe diventare disponibile per il 17% degli italiani entro la fine del 2020, e per il 31% nel 2021.
 
I dubbi degli oppositori riguardano l’esposizione della popolazione a più alti livelli di inquinamento elettromagnetico. Un rischio che tuttavia l’Arpa piemontese ha escluso, allo stato presente, nell’incontro con i consiglieri comunali di Cuneo tenutosi a inizio giugno: ad ogni salto di tecnologia il campo elettromagnetico emesso dalle antenne e dai dispositivi telefonici si riduce, fanno notare i tecnici, motivo per cui il 5G sarebbe meno ‘impattante’ delle tecnologie che lo hanno preceduto.
 
Sull’intero territorio regionale, si è rilevato, i tralicci sono aumentati da circa 500 a 8mila nell’arco di tempo compreso fra il 2000 e il 2018. Il 95% della popolazione piemontese però è esposta a livelli di campo elettromagnetico inferiori agli 0,5 volt al metro: per capire cosa ciò significhi bisogna considerare che in Italia il limite legale è di 20 volt al metro (il più basso in Europa, dove la media si aggira sui 61 V/m) e la soglia di attenzione individuata dall’Arpa è pari a 6 V/m.

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