CUNEO - Il calvario dei cuneesi che lavorano in val Roia: "Pochi treni e la strada dei Forti è pericolosa"

Più di mille persone hanno sottoscritto la petizione (accompagnata da un'articolata proposta) per aumentare le corse sulla Cuneo-Ventimiglia. L'altro aspetto è che nelle valli non ci sono più francesi e l'economia soffre

Giulia Negro, Wanda Giordanengo e Marco Galfrè

Samuele Mattio 08/07/2021 09:34

 
 
A nove mesi dalla tempesta Alex che ha flagellato la val Roia e la val Vermenagna continuano i disagi per i lavoratori transfrontalieri che dal Cuneese devono recarsi quotidianamente in Francia. 
 
In primis infermieri, insegnanti e dipendenti del museo di Tenda, ma anche tanti lavoratori in proprio, in particolare nel mercato dell’edilizia. Il caso più significativo è quello dell’ospedale di Tenda: prima dell’alluvione nella struttura sanitaria d’oltralpe lavoravano circa 50 persone residenti in val Vermenagna e nei comuni limitrofi a Cuneo. Nei giorni successivi sette di loro hanno dato le dimissioni per l’impossibilità di raggiungere la sede di lavoro, mentre gli altri, almeno per il momento, non hanno mollato nonostante le difficoltà. Tra di loro Wanda Giordanengo di Robilante, infermiera prima firmataria di una petizione rivolta al presidente della Regione Alberto Cirio e al Consiglio regionale: “In seguito alla tempesta Alex la viabilità è stata danneggiata tanto quanto la nostra vita. Il treno è stato ripristinato subito, ma a distanza di nove mesi la situazione è insostenibile con sole due corse”. 
 
L’infermiera ha parlato alla conferenza stampa organizzata ieri sera, mercoledì 7 luglio, in Birrovia dal Comitato “Amici della Ferrovia Cuneo-Ventimiglia/Nizza” e dal Comitato “Ferrovie Locali”. Nell’occasione è stata presentata con dovizia di particolari la petizione che ha già raccolto oltre un migliaio di firme tra la valle e l’hinterland cuneese.
 
Attualmente i treni (due coppie) sulla Cuneo-Ventimiglia non assicurano ai lavoratori il rientro a casa in giornata in quanto sono programmati in orari poco fruibili e la strada dei Forti non è un’alternativa valida, se non in occasioni eccezionali: “Nel periodo invernale e in caso di pioggia non è utilizzabile, senza contare che attualmente non c’è alcun controllo sugli orari (sulla carta è normata a senso unico alternato n.d.r.) e può capitare di trovarsi davanti furgoni o camper che provengono nel senso di marcia opposto. Insomma, è piuttosto pericolosa, senza contare che passando di lì per arrivare da Robilante a Tenda è necessaria un’ora e 40 contro i 40 minuti necessari in treno”.
 
A fare eco alla collega Giulia Negro, anche lei infermiera di Robilante in servizio presso l’ospedale di Tenda, che ha puntato la torcia su un altro aspetto: “L’alluvione è stata un duro colpo per l’economia delle vallate cuneesi, non solo per noi lavoratori dipendenti, ma anche per i commercianti e gli artigiani. Molti francesi si recavano in val Vermenagna o in valle Gesso per fare la spesa e usufruire di altri servizi”. “Molti amici transalpini ci dicono che se ci fossero i treni verrebbero”, continua la ragazza, ricordando che il blocco del Tenda e la scarsità di corse influisce anche sul mercato del martedì di Cuneo, in quanto il collegamento su gomma più vicino è l’ostico colle della Lombarda, perlopiù aperto soltanto in estate. 
 
Dalla protesta alla proposta. Nella serata di ieri, oltre alla petizione è stata illustrata un’articolata relazione redatta dall’ingegner Marco Galfré, ex dipendente Alstom, che dopo un’attenta fase di studio ha realizzato un dossier contenente le proposte di treni e autoservizi sostitutivi e le possibilità di incremento del servizio, considerando anche il prolungamento per Ventimiglia: “Nel passato molte volte azioni di questo genere sono state contrastate dicendo ‘non si può’. Forse i nostri suggerimenti hanno dei limiti, ma chi riceve dovrà analizzarli e non potrà certo liquidarli rapidamente”. Nella tabella proposta da Galfré sono previsti 12 treni, si tratta in gran parte di corse che già esistono e di cui si prolungherebbe il tragitto attualmente percorso. “Siamo consapevoli che ci sono problemi organizzativi e logistici (nello studio anche dei suggerimenti su come risolverli n.d.r.) - ha proseguito l’ingegnere - ma la Regione, mettendo i soldi, deve imporre a Trenitalia un incremento di corse”.
 
Alla serata, introdotta dall’attivista Alberto Collidà, hanno partecipato anche i consiglieri comunali Ugo Sturlese e Beppe Lauria, con quest’ultimo che ha rilanciato la sua proposta di utilizzare sulla tratta dei treni a idrogeno: “L’Alstom li costruisce per la Trenord in Lombardia. Cosa c’è di meglio di una proposta ecologica per ottenere finanziamenti europei?”. Tra il pubblico anche Matteo Cavallera, ideatore di ‘Avere un sogno Granda’: “La nostra è una battaglia civica di lungo periodo. Abbiamo un grosso problema con la politica, l’attuale sta sfasciando tutto lo sfasciabile, senza differenze tra destra e sinistra”. Di certo è paradossale che quello che è stato decretato dal concorso del Fai ‘I Luoghi del Cuore’ - con ben 75 mila voti - il più bel sito dall’inestimabile patrimonio storico-culturale italiano annaspi in questa situazione. 
 

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