CUNEO - Il capo della Polizia a Cuneo per due intitolazioni che riguardano la Questura

L'edificio sarà dedicato al poliziotto Sergio Zucco, la piazzetta antistante al brigadiere Raimondo Usmiani

s.m. 22/09/2020 13:02

Domani, mercoledì 23 settembre, il capo della Polizia Franco Gabrielli sarà a Cuneo per due intitolazioni che riguardano la Questura: Sergio Zucco e Raimondo Usmiani, ai quali sarà dedicata rispettivamente la Questura di Cuneo e la piazzetta antistante all’edificio. L’inizio della cerimonia avverrà intorno alle 11, quando dopo l’incontro con familiari dei due, Gabrielli terrà un discorso nella nuova piazzetta Usmiani. Con lui ci saranno il Questore di Cuneo, Emanuele Ricifari, e il Sindaco Federico Borgna. Dopo la scoperta delle targhe e la benedizione ad opera del cappellano della Polizia don Franco Ciravegna, verrà intonato Il Silenzio. Seguirà un brindisi nella sede del settimanale cattolico ‘La Guida’, poi Gabrielli seguirà il Questore di Cuneo e i suoi omologhi delle province del Piemonte e confinanti in quel di Carrù per un pranzo a base di fritto misto piemontese e bollito. 
 
La Questura sarà dedicata a Sergio Zucco, poliziotto nato a Trinità di Fossano nel 1953 e morto il 27 settembre 1979 all’ospedale Santa Croce in seguito alle ferite riportate due settimane prima, l’11 settembre, in un conflitto a fuoco durante un servizio antirapina alle Poste di Moiola. A colpirlo era stato un carabiniere che lo aveva scambiato per un rapinatore. Carabinieri e Polizia stavano svolgendo servizi di pattuglia in borghese, senza essersi informati a vicenda, dopo una serie di rapine agli uffici postali avvenute in quel periodo. Zucco lasciò la moglie, sposata da pochi mesi, in attesa di un figlio. Saranno presenti domani insieme alla madre e al fratello. 
 
L’area di piazza Torino di fronte alla Questura (il parcheggio e l’ingresso verso corso Kennedy) sarà invece intitolata a Raimondo Usmiani, nato a Pola nel 1907, brigadiere di polizia che prestò servizio a Cuneo dal dicembre del ’43 al ’45 e contribuì in realtà a fornire utili informazioni al movimento partigiano, con una vera e proprio attività di controspionaggio con informazioni quotidiane, permettendo di salvare la vita a molte persone, tra cui anche il professor Eugenio Togliatti, fratello di Palmiro Togliatti, rifugiato in quel periodo a Frabosa Sottana. Morto senza figli, per lui ci sarà il nipote, stimato medico torinese, insieme ad altre persone che lo hanno conosciuto.
 

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