CUNEO - "Il caro affitti mette in discussione l’esercizio sostanziale del diritto allo studio"

Le riflessioni di Maurizio Iovinelli (Granda in Azione): "Lo Stato intervenga per calmierare gli affitti e per fornire assistenza alle famiglie in difficoltà"

Maurizio Iovinelli

16/05/2023 10:20

Riceviamo e pubblichiamo.
 
Il diritto allo studio è uno dei più importanti diritti civili nonché un presupposto essenziale per ogni paese che voglia dirsi democratico. L’istruzione universitaria e, più in generale, l’educazione scolastica sono il fondamento della mobilità sociale e della crescita economica e sociale e dello sviluppo politico di un qualsiasi paese. Ciò che sta avvenendo nel nostro Paese in merito all’aumento degli affitti delle locazioni destinate alle studentesse e agli studenti universitari mette in discussione l’esercizio sostanziale del diritto allo studio. Infatti, bisogna considerare che oltre le tasse universitarie e l’acquisto dei manuali ci sono tutta una serie di costi che sono tanto più alti quanto più le studentesse e gli studenti abitano lontano dalla sede dell’ateneo.
 
Ovviamente, l’incremento dei costi per l’istruzione universitaria non è recente ma si inserisce in un trend che ormai dura da decenni e che è strettamente connessa alla politica economica di austerity sviluppatasi in quasi tutti i paesi europei a partire dalla crisi finanziaria mondiale del 2008. Nondimeno, l’inflazione da costi generata dalla guerra tra la Russia e l’Ucraina sta mettendo a dura prova il bilancio delle famiglie che sempre più spesso si vedono ridotte le proprie capacità di spesa e dunque la possibilità di finanziare gli studi dei propri figli. Purtroppo, quale consuetudine sempre più consolidata, le studentesse e gli studenti universitari divengono oggetto di demonizzazione e vengono etichettati come pigri e incapaci di compiere sacrifici.  
 
Al contrario, la realtà è ben diversa e questo è facilmente verificabile dal numero di ragazze e ragazzi che purtroppo debbono lasciare gli studi per ragioni economiche oppure che sono costretti a lavorare per mantenersi con la conseguenza di incidere negativamente sui risultati accademici. Una prima soluzione a questo problema richiede anzitutto un cambiamento nel modo di intendere l’istruzione universitaria e più in generale nel valore sociale che associamo all’educazione scolastica. Solamente una presa di coscienza dell’importanza dell’istruzione quale base necessaria per lo sviluppo del nostro Paese potrà legittimare e avallare politiche volte a favorire il diritto allo studio. Questo, nel lungo periodo, si traduce in investimenti pubblici indirizzati non solo alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli atenei ma anche al potenziamento dei trasporti pubblici e alla costruzione di studentati che possano ospitare a costi limitati e accessibili le studentesse e gli studenti. Del resto, è dovere sacrosanto della collettività ripartirsi i costi dell’istruzione considerando tutti i benefici a cui essa può dare origine.
 
Nel breve periodo, si rende invece opportuno una messa a disposizione degli immobili inutilizzati e la possibilità che lo stato intervenga da un lato per calmierare gli affitti per le locazioni riservate alle studentesse e agli studenti e dall’altro lato per fornire assistenza alle famiglie in difficoltà: Azione propone l’istituzione di un fondo di 400€ destinato ai nuclei con ISEE inferiore ai 24.000€.
 
Infine, si rende necessario e fondamentale saper gestire in maniera eloquente i fondi provenienti dal piano NextGenerationEU (PNRR), tra i cui obiettivi vi è quello di realizzare 60 mila posti letto in più entro il 2026, il 125% in più rispetto ad oggi: si tratta, in questo caso, di un potente strumento di politica fiscale espansiva che, se ben utilizzata, saprà garantire le basi per la crescita e lo sviluppo del nostro Paese.
 
Maurizio Iovinelli
Granda in Azione

c.s.

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