CUNEO - "Il centrodestra piemontese saprà farsi interprete della rinascita delle Province?"

L'intervento di alcuni rappresentanti della destra cuneese: "Necessario studiare e predisporre un progetto operativo"

17/06/2025 09:35

Riceviamo e pubblichiamo.
 
Egregio Direttore,
un giornalista cuneese di lungo corso e tanta cognizione, Giampaolo Testa, ha messo il dito nell’occhio a chi discute della rinascita dell’ente Provincia. In pratica, quella che è stata definita “la riforma della riforma delle autonomie” non va avanti per questioni di fondo che tutti comprendono: primo, la mancanza di adeguate risorse finanziarie; secondo, il ridimensionamento non facile di talune funzioni della Regione.
 
Premesso che con la legge Delrio, voluta dal centrosinistra per la riduzione dei costi della politica, i risparmi sulla spesa globale sono stati modesti, tali da non valere lo scopo propagandato, come hanno sostenuto nel 2018 l’ex ministro dell’Economia Tremonti e la Corte dei Conti, il conseguente aumento di poteri alla Regione, ha determinato la proliferazione delle sedi decisionali e quindi lo sfarinamento delle responsabilità e delle efficienze, nonché interferenze, burocrazia e lungaggini operative.
 
A livello territoriale provinciale è pressante la preoccupazione di dotare di maggiori fondi finanziari le Province, e non si vuole avvertire che questo è un problema che si trascina da anni e che necessita di una precisa  disposizione normativa. Infatti, il parametro dei finanziamenti dello Stato alle Province è basato sul numero degli abitanti, e non considera anche l’estensione del territorio e il chilometraggio delle strade sulle quali intervenire per la manutenzione. In più, un concreto risultato di riduzione della spesa pubblica e di migliore utilizzo delle risorse esistenti può derivare da un processo di razionalizzazione  delle dimensioni delle circoscrizioni provinciali attraverso l’accorpamento delle province più piccole, in controtendenza della linea adottata a cavallo degli anni Novanta e Duemila.
 
Sappiamo bene che la ricostruzione della Provincia comporta un ompegno finanziario non sostenibile dalle attuali condizioni del bilancio nazionale. Ma se non viene imposto oggi questo obiettivo in una scala di priorità programmatica, se non fissiamo oggi contenuti e criteri per la funzionalità, è comunque necessario studiare e predisporre un progetto operativo. Se poi non si avrà l’iniziativa e la responsabilità politica di avviare un generale dibattito in sede regionale a sostegno della proposta dell’U.P.I. nulla verrà predisposto a livello governativo.
 
L’intero centrodestra piemontese che sarà prossimamente chiamato a discutere questo importante argomento saprà farsi interprete della rinascita in termini istituzionali e partecipativi delle Province? 
 
Ringraziamo per la pubblicazione, distintamente.
 
 
Paolo Chiarenza (ex consigliere provinciale), Guido Giordana (sindaco di Valdieri, presidente Unione Alpi del Mare), Ambrogio Invernizzi (ex assessore provinciale), Maurizio Paoletti (ex sindaco di Boves), Alberto Anello (ex consigliere provinciale)

c.s.

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