CUNEO - Il costo di un nuovo ospedale? Dai 180 ai 200 milioni di euro

Si è riunita stasera per la prima volta la commissione speciale per valutare la costruzione di un nuovo nosocomio. Presente il direttore dell'Aso, Corrado Bedogni

s.m. 04/06/2018 20:36

Nella serata di oggi, lunedì 4 giugno, si è svolta la prima riunione della Commissione speciale del Comune di Cuneo per valutare la costruzione di un nuovo ospedale. Tema dell'incontro: “Presente e prospettive future dell’ASO Santa Croce e Carle Cuneo”. All'incontro era presente il direttore dell'Aso, Corrado Bedogni, che ha dettato i criteri che dovrà avere la nuova struttura (nel caso in cui si decidesse di costruirla) e ha già ipotizzato i costi, che ammonterebbero tra i 180 e i 200 milioni di euro.

A presiedere la commissione il consigliere comunale Alessandro Spedale: "Guardare avanti è necessario per capire qual è lo stato del nostro Ospedale". In avvio dei lavori della Commissione è intervenuto il sindaco, Federico Borgna: "L'ospedale è un patrimonio importante per la nostra comunità ed è un patrimonio della provincia. Il Consiglio comunale ha deciso di allargare un percorso decisionale che vede coinvolte Regione Piemonte e Amministrazione Comunale". Il primo cittadino ha dettato l'agenda: "Serve un ospedale? Se sì dove e come andrà fatto? Poi ci sono altri organi che andranno a decidere, ma questa commissione sarà un interlocutore privilegiato".

Corrado Bedogni, direttore del Santa Croce al primo incontro pubblico dopo la riconferma nel suo ruolo, ha esordito: "In questa provincia c'è un amore per le proprie cose che non ho riscontrato da altre parti. I cittadini e la politica tengono al loro ospedale". Bedogni ha poi snocciolato i dati del nosocomio cuneese: "32.800 ricoveri, 200 mila giornate di degenza, 75 mila accessi al Pronto, 4 milioni di prestazioni ambulatoriali" e rivendicato  "Molti liguri vengono qui da noi, siamo un polo di attrazione forte, ma dobbiamo lavorare sull'offerta, stiamo cercando di lavorare insieme all'Asl per far sì che certe attività siano più mirate".
Il dirigente ha poi evidenziato le criticità date dal fatto che la struttura sia divisa su due presidi: "L'ospedale ha una complessità importante, su due sedi, la distanza non è eccessiva, ma crea dispersione di risorse. Anni fa qualcuno aveva pensato di unirle con la famosa teleferica".

Bedogni ha poi mostrato le divisioni organizzative, spalmate su due presidi. Tra le peculiarità del Carle la Farmacia Ospedaliera e la Terapia Intensiva. 
Tra i disagi per gli utenti la frammentazione dei percorsi di cura, il malcontento per i trasferimenti, oltre alla limitata accessibilità e a un difficile orientamento.
Anche per gli operatori sanitari le difficoltà nell'operare su due presidi sono molteplici, oltre a ridurre il senso di appartenenza. "L'azienda è sana, ma con due strutture la duplicazione di attività è importante (radiodiagnostica, terapia intensiva, accettazione amministrativa, guardie). I costi di gestione sono raddoppiati in quanto il Carle è un ospedale a tutti gli effetti. Undici mila pazienti trasferiti all'anno hanno un costo di 200 mila euro, può sembrare non eccessivo, ma non è quantificato il disagio del paziente (in ogni caso, se sommato alle spese accessorie arriva a circa 600 mila euro n.d.r.)".
Il problema e anche di tipo strutturale, "L'ospedale ha avuto uno sviluppo di percorsi complessi, su più piani, in aree poco connesse tra loro sia nell'edificio del Santa Croce che a Confreria". 

Tra le criticità evidenziate da Bedogni: "La scarsa flessibilità a causa di tipologie costruttive datate, mancano le piattaforme funzionali per la razionalizzazione di diagnosi e terapia, i vincoli architettonici e beni culturali, difficoltà nella messa a norma, scarsità di aree tecniche e logistiche, elevati costi manutentivi".

Negli ultimi dieci anni sono stati spesi circa 20 milioni di euro per adeguamenti e ristrutturazioni. Due milioni e 700 mila euro per manutenzioni ordinarie e straordinarie. Bedogni qualifica il Santa Croce come "Una struttura che oggi è al passo con i tempi", ma avverte "Su questo ospedale bisogna investire perché è quello utilizzato al momento". Sul fatto Bedogni ha illustrato i progetti in corso dal completamento dell'area materno infantile con ostetricia e nido alla riorganizzazione delle degenze cardiovascolari.

Sempre secondo il direttore dell'Aso l'azienda del futuro dovrà essere: "Accessibile, orientata alla gestione per percorsi di cura, dotata di alta tecnologia integrata, di 'piattaforme produttive', predisposta all'erogazione di assistenza per intensità di cura e multidisciplinare, flessibile, umanizzata e energicamente sostenibile".  Bedogni ha poi tracciato la linea da seguire per individuare la nuova collocazione del prossimo nosocomio: "Il futuro dell'ospedale di Cuneo deve sicuramente essere in un'unica sede. Si potrebbe ipotizzare un ospedale da 650 posti letto, il sito dovrà essere di tra i 100 e i 180 mila mq, mentre il fabbisogno dell'ospedale di 90 mila mq. Meglio se non ci sono state attività produttive in precedenza, perché in tal caso bisognerebbe effettuare una bonifica, aumentando i costi".

Tra le altre caratteristiche la compatibilità con le indicazioni urbanistiche di Prg, facile accessibilità veicolare e pedonale. Spazio per parcheggi per il personale e per il pubblico. Spazio per eliporto, fascia di verde che crei uno spazio di 'silenzio'.

Il primo a intervenire nel dibattito è stato l'ex candidato sindaco Beppe Lauria: "Purtroppo negli ultimi anni abbiamo assistito alla costruzione di due ospedali, di cui uno su una collina che sta franando (Verduno n.d.r.), mentre a Mondovì è stato messo in un cul de sac, oggi è più facile andare a Mondovicino che all'ospedale. Le risorse utili per realizzare una nuova struttura non sono poca cosa, vedo questa tensione più rivolta alle prossime elezioni. Venti milioni spesi in quattro anni non sono bazzeccole.  Quanto costerebbe un ospedale nuovo? Quali sarebbero i tempi di realizzazione?"

Silvano Enrici di Centro Lista Civica:  "Serve un nuovo ospedale. Il Santa Croce è al limite, mentre sul Carle il vincolo limita le nuove costruzioni. Il ragionamento deve essere collettivo, l'ospedale deve servire tutto il territorio".

Tra gli altri sono intervenuti nel dibattito Maria Luisa Martello, Carlo Garavagno e Gianfranco Demichelis.

Ugo Sturlese, della Cuneo per i Beni Comuni: "Nel momento in cui istituivamo la commissione per capire se costruire o meno un ospedale a Cuneo è arrivato Saitta che ha dato per scontata l'esigenza".

Silvia Cina, del Movimento Cinque Stelle: "Serve uno studio di fattibilità, che è impossibile venga fatto entro tempi brevi. Come si comporterà questa commissione se il parere fosse diverso?".

Luca Pellegrino (Centro Lista Civica): "Non abbiamo competenze tecniche per definire dove fare un ospedale, con questa commissione dobbiamo approfondire l'argomento. Ad oggi fondi stanziati non ce ne sono".

Germana Avena, sindaco di Roccavione, rappresentante dei comuni del territorio: "L'eccellenza dei nostri ospedali non è di livello strutturale, come detto al Santa Croce ci sono stanze da quattro - sei posti letto senza servizi. Non dobbiamo fare i cuneesi parsimoniosi, è la Regione che dovrà decidere e investire". 

Patrizia Manassero, vice sindaco di Cuneo: "Necessario comprendere la portata del progetto, e cercare condivisione nel territorio, altrimenti ci troveremo a dire che il progetto è stato calato dall'alto. Saitta ci ha chiesto di fare un lavoro a supporto".  

All'incontro era presente anche Marco Frigerio, sindaco di Pietraporzio : "Finalmente Cuneo inizia a comprendere il suo ruolo di capoluogo del territorio, ben venga questa commissione. L'ospedale non è solo di Cuneo, ma di tutti i territori che ci sono attorno. In pochi di voi riusciranno a vedere l'ospedale realizzato, non come consiglieri comunali, ma in vita". 

"I costi vanno dai 180 ai 200 milioni di euro, i tempi medi in Italia sono mediamente di dieci anni - ha ripreso la parola Bedogni - Non è stata presa in considerazione alcun tipo di localizzazione, compete alla Regione e al Comune. Il progetto di fattibilità è successivo". Insomma, la strada è ancora lunga...

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