CUNEO - Il diktat di Modus a quattro commesse fiorentine: “Il negozio chiude, andrete a Cuneo”

Alle dipendenti è stato intimato il trasferimento entro tre giorni: “Abbiamo figli e prendiamo 800 euro al mese”. L’azienda è già stata al centro di analoghe polemiche

Andrea Cascioli 02/06/2023 18:35

Tre giorni per armarsi e partire. Per dove? Cuneo. Non proprio una destinazione agevole se vivi e lavori a Firenze. Eppure è quello che si sono sentite dire quattro commesse di Modus Profumerie, dipendenti di un punto vendita del capoluogo toscano, in via Milanesi 30, dove prima c’era un negozio della catena Douglas.
 
La comunicazione è arrivata il 24 maggio e lo scorso lunedì 29 le lavoratrici hanno inscenato un presidio di protesta davanti alla profumeria, sostenute dalla Filcams Cgil. Nella stessa giornata il negozio è stato smantellato e rimarrà chiuso. Al quotidiano La Nazione le ormai ex dipendenti hanno espresso tutta la loro amarezza per una scelta caduta sulle loro teste come un fulmine a ciel sereno: lo stipendio si aggira sugli 800 euro al mese e solo una di loro, al momento in maternità, ha un contratto full time. Cristina Giannelli, 50 anni e due figli di sedici e dieci anni, racconta al giornale locale di essersi vista recapitare una lettera di trasferimento immediato a Mondovì, con tanto di nuovo orario: “È stata una doccia fredda per tutte noi. Da parte dell’azienda non c’erano avvisaglie, ma solo grandi sorrisi. Speriamo a questo punto di riuscire ad ottenere la disoccupazione…”.
 
“Io ho 46 anni e lavoro qui da 16. Non si può chiedere a delle mamme di andare, in soli tre giorni, in un’altra città” dice Lara Collesano della Rsa aziendale. A Francesca Zappavigna, 53 anni, era stato chiesto a inizio marzo di trasferirsi a Faenza: “Ho avuto un crollo nervoso e mi sono ammalata. Sono poi riuscita a tornare a lavorare, ma adesso alle mie colleghe è arrivata questa proposta incredibile, assurda”. Non è in effetti la prima volta che la catena facente capo a Roberto Vallesi si trova nell’occhio del ciclone per analoghe decisioni. A marzo sei lavoratrici degli ex punti vendita Douglas di Roma si erano viste recapitare lettere di trasferimento a Cuneo e a Venezia. Il sindacato aveva parlato di “licenziamenti mascherati”, così come si torna a fare dopo il caso di Firenze. Per la Filcams Cgil si tratta di “un fatto gravissimo, fino a pochi giorni fa l’azienda rassicurava sindacato e istituzioni sulla salute dei negozi. Secondo noi il numero dei trasferimenti, almeno undici a livello nazionale, configurerebbe l’apertura della procedura di licenziamento collettivo. Attendiamo la convocazione del Tavolo di Crisi della Città Metropolitana e della riapertura del tavolo ministeriale. A tutti chiederemo la revoca della chiusura e dei trasferimenti, e un confronto sulla reale situazione, con la ricerca di tutte le soluzioni possibili atte a risolvere positivamente la vertenza”.
 
La storia della catena commerciale è nata nel 1970 dall’acquisizione di Madala, un ingrosso di prodotti professionali per capelli a Saluzzo, da parte della famiglia Vallesi. Nel 1992 il cambio di marchio, ispirato al “modus vivendi” delle donne e alla loro routine di bellezza. Da un ventennio è in atto un processo di acquisizioni di piccole realtà e aperture in tutti gli outlet italiani che ha portato la Vallesi spa, con sede a Savigliano e un fatturato di oltre 38 milioni di euro nel 2021, a inglobare il marchio Unix creando un gruppo “con un fatturato di poco inferiore a 50 milioni di euro e con 57 punti vendita”, secondo le dichiarazioni dello stesso Vallesi nel 2017. Sul proprio sito web Modus spiega di avere di recente implementato “un potente magazzino robotizzato” e fatto nuove assunzioni, compresa quella della prima commessa “centennial” nata dopo il 2000: “Per strizzare un occhio al futuro”. L’avvenire delle sue colleghe più anziane, in compenso, non sembra altrettanto roseo.

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